Questa domenica, 3 novembre, la polizia e i vigili del fuoco sono intervenuti a Lantic, dopo che una partita di calcio è degenerata in seguito all'aggressione ad un avversario da parte di un giocatore locale. Un nuovo incidente che illustra la tensione dentro e intorno ai campi di calcio costaricani.
“Non c'era sabato o domenica senza che ci arrivassero informazioni e notizie su atti di violenza”, aveva avvertito Maxime Le Bihan, nuovo direttore del distretto calcistico della Côtes-d'Armor, a fine ottobre.
Parole ancora valide per lo scorso fine settimana. Questa domenica, 3 novembre, la polizia e i vigili del fuoco hanno dovuto partecipare alla partita tra il club Lantic e l'AS Plouha Pludual dopo che un giocatore del Lantic ha inferto un violento calcio alla testa di un avversario. Il gesto, volontario ed estraneo al gioco, ha ferito leggermente la vittima.
L'autore della violenza vittima di commenti razzisti durante un'altra partita
Un atto deplorato dal presidente dell'FC Lanticais, Hugues Lesage: “È un gesto imperdonabile che, spero, sarà pesantemente sanzionato dal Distretto. Il club sta valutando anche delle misure”.
Il tecnico però tiene a spiegare, senza giustificarsi, la violenza del suo giocatore: “Ha reagito molto male alla provocazione di un giocatore avversario, che faceva riferimento a quanto accaduto qualche settimana prima. Quando vieni regolarmente preso di mira per la tua differenza, puoi finire per esplodere.
L'episodio in questione risale a domenica 20 ottobre. A Plouézec, un tifoso locale, visibilmente ubriaco, ha rivolto commenti razzisti nei confronti del centravanti di origine guineana.
Sanzioni insufficienti?
Venerdì 1 novembre i dirigenti dei club Plouézec e Lantic hanno tenuto una lunga presa di posizione davanti alla commissione disciplinare. Infine, il Distretto ha sanzionato il club di Plouézec con una multa di 100 euro per i commenti razzisti pronunciati nel suo stadio. Una sanzione insufficiente per Hugues Lesage: “È metà della multa se non abbiamo abbastanza arbitri in un club! “.
“La commissione ha semplicemente applicato la scala”, spiega Maxime Le Bihan. Il nostro obiettivo nelle prossime settimane e mesi è quello di essere molto più severi e di modificare questa scala. »
Si pensa a partite a porte chiuse “o anche solo alla chiusura dei ristori perché vediamo che l'alcol è spesso un fattore di violenza. Ma bisognerà vedere se sarà possibile realizzarlo”.
Un problema “sociale”.
Violenza fisica, commenti discriminatori… Il calcio, più di ogni altro sport, è particolarmente oggetto delle tensioni che attraversa la società. Come il comportamento aggressivo dei genitori che vedono nel figlio una futura stella del calcio. Questo è il triste e famoso “progetto Mbappé”: “Non è così presente nel dipartimento come altrove, ma esiste sempre di più”, lamenta Maxime Le Bihan. Anche in questo caso stiamo valutando alcune misure, come ad esempio la sospensione dei premi individuali nei tornei per bambini.
Ma il presidente della Circoscrizione ricorda i limiti del suo campo d'azione: “Possiamo essere più severi, soprattutto sul campo, ma fuori non possiamo fare molto. Il problema va oltre il calcio, è sociale”.
Credito fotografico: Illustrazione Le Télégramme/Nicolas Créac'h
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