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Dordogna. Un'avventura umana come nessun'altra

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Par

Théophile Mercier

Pubblicato il

3 novembre 2024 alle 12:02

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E' la volta dei tre amici membri dell'associazione Boobs'N Roses. Il 30 ottobre Sophie Sirin, Valérie Vergnolle e Julie Mouret sono volate in Marocco, dirette nella regione di Merzouga, nell'est del Paese, per prendere parte all'avventura Rose Trip. Un trekking organizzato dall'agenzia di viaggi Désertours che “apre le porte del deserto marocchino a chi ha sete di avventura. »

Il trekking Rose Trip si svolge in sei giorni, quattro dei quali dedicati a gareggiare in squadre di tre utilizzando una bussola, una mappa, un goniometro topografico e un contamiglia GPS. In programma diverse fasi di orientamento “dove ogni nozione di velocità è esclusa”. Quest'anno a questo evento marocchino sono iscritte 110 squadre.

Una prova per una buona causa

“È stata Julie ad avviare il progetto perché voleva fare qualcosa di un po' folle per evidenziare la causa. Dopo aver eliminato tutti i vincoli sportivi e finanziari, non c’era più alcun motivo per non lanciarsi nell’avventura”spiega Valérie Vergnolle.

Hanno poi creato un'associazione, nel marzo 2023, per raccogliere fondi a favore di Ruban Rose, Jeune et Rose e Enfants du Désert, tre associazioni con cui collabora l'organizzatore della corsa. Le ragazze, dal canto loro, hanno aggiunto all'elenco l'Istituto Bergonié di Bordeaux, per ancorare il progetto a livello locale.

“Abbiamo fari fisici e virtuali da catturare per non essere squalificati”.

Julie Mouret, membro dei Boobs'n Roses

Ogni sera le ragazze dovranno preparare autonomamente la propria mappa, facendo attenzione a percorrere il percorso più breve possibile. “Abbiamo dei fari fisici e virtuali da catturare per non essere squalificati. Ma per essere ben preparati anche su questo versante, abbiamo trovato sulle reti un appassionato di escursionismo che ci ha introdotto all'uso della bussola e del goniometro topografico», spiega Julie Mouret.

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Al di là di questa corsa, i tre amici sperano di continuare la loro associazione per “finanziare il sostegno ai malati ricoverati in ospedale sia in regime ambulatoriale che a lungo termine. Ciò può consentire di offrire kit di cura alle donne che restano più a lungo del previsto», conclude Valérie Vergnolle.

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