Venerdì 1 novembre 2024 – Solennità di Ognissanti
10:30 Veynes
Solo una volta, voglio farti una domanda! Ti piace Ognissanti? SÌ ? NO ? Per quello ? (risposte) Ricapitoliamo: ………………
Quando diciamo “è il giorno di Ognissanti”, di solito non è il bel cielo azzurro d’alta montagna come questo giorno! Voglio allora invitarvi ad amare ancora di più questa celebrazione liturgica. Per 4 motivi.
1/ Oggi ricordiamo i santi.
Santi canonizzati, che siano nel calendario liturgico o addirittura nel meteo! Ma anche santi sconosciuti, quelli che papa Francesco chiama con il suo senso dell'espressione “i santi della porta accanto”. Sono sicuro che ne conosci alcuni. Ricordo, dai tempi in cui ero sacerdote in Touraine, un parrocchiano che visitava altri anziani. Rallegriamoci per i santi che conosciamo, per quelli che sono ancora tra noi e per quelli che sono già in Paradiso.
San Paolo scrive agli Efesini di rallegrarsi, perché dice: «voi non siete più stranieri né transitori, siete concittadini dei santi, siete membra della famiglia di Dio, perché siete stati integrati nella costruzione che ha per scopo fonda gli Apostoli e i profeti; e la pietra angolare è Cristo Gesù stesso. » (Ef 2,19) Parole straordinarie: siamo concittadini dei santi, membri della stessa famiglia di Dio, la Chiesa di Gesù.
2/ Secondo motivo di gioia, ciò che fanno i santi in Paradiso.
Vedono «Dio così com'è», secondo l'espressione di san Giovanni nella seconda lettura, e partecipano alla liturgia del Cielo. San Giovanni nel suo libro Apocalisse ci dice che sono una moltitudine: «una moltitudine immensa, che nessuno poteva numerare, una moltitudine di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue. Stavano davanti al Trono e davanti all'Agnello, vestiti di vesti bianche, con rami di palma in mano. E gridarono a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio che siede sul trono e all'Agnello! » Ecco la Chiesa Cattolica del Cielo, la parrocchia del Cielo! Tutti uniti. Pochi giorni fa ero in Benin, per firmare l'accordo di gemellaggio con la diocesi di Dassa Zoumé. Questa diocesi è molto diversa da quella di Gap-Embrun, ma il suo paesaggio collinare e la fede dei suoi cristiani sono davvero affascinanti. Il suo santuario mariano di Nostra Signora di Arigbo non assomiglia a quello di Laus, ma accoglie folle molto più numerose che a Laus! Questo è uno dei motivi per cui ho voluto questo gemellaggio: per darci un assaggio sulla terra della cattolicità della Chiesa che conosceremo in Cielo. Non c'è nessuno straniero nella Chiesa, siamo tutti figli e figlie amati del Padre, fratelli e sorelle di Gesù e tra di noi. Un gemellaggio è un'anticipazione del Cielo! “Una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, una moltitudine di tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue. Stavano davanti al Trono. » Perché i santi del Cielo non sono pigri. Lodano Dio, con una lode di cui la lode africana offre un bellissimo riflesso. Ma lodare Dio non fa dimenticare coloro che sono ancora sulla terra. La piccola Teresa promette: “Passerò il mio Cielo facendo del bene sulla terra”.
3/ Terzo motivo di gioia, questa felicità del Cielo comincia sulla terra.
Per 8 volte Gesù ripete 'beato'. Quindi vuole la nostra felicità sulla terra. Ma la nostra felicità sulla terra non corrisponde a criteri mondani: conquiste romantiche, notorietà sui social network, denaro, posizione sociale, ecc. Questo ci mostrano le suore tra noi, così come il celibato dei preti, il celibato per il Regno, che ne è l'anticipazione. La felicità delle beatitudini è una felicità paradossale. Il mondo chiama beati i ricchi, Gesù proclama “beati i poveri”. Se da noi il suicidio è una tragedia terribile, nei paesi poveri è praticamente inesistente. Il mondo dice beati i potenti, Gesù risponde “Beati i miti”. Il mondo dice beati coloro che impongono la propria volontà, Gesù risponde “beati i misericordiosi”. Fratelli e sorelle, dobbiamo rinunciare a una certa idea di felicità per fare spazio alla vera felicità che le beatitudini ci presentano. È bene rileggere le beatitudini nella nostra preghiera personale, ad esempio prima di confessarci.
Il finale del vangelo invita a rallegrarci: «Rallegratevi, rallegratevi, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. » È al presente. Non dice “la tua ricompensa sarà grande in cielo”, ma È grande in cielo. È quaggiù, in questa valle di lacrime, sulla terra, come cantiamo nella Salve Regina, che dobbiamo rallegrarci perché siamo già ricchi di una ricompensa meravigliosa, la ricompensa celeste.
Questa è la gioia di Ognissanti, Dio ci chiama ad una vita veramente cristiana, ad una vita di unione nel cuore di Gesù, e senza dubbio avete saputo che il Papa ci ha offerto un'enciclica sul cuore di Gesù, ' Dilexit Nos', 'Ci amava', che non vedo l'ora di leggere domani in treno. (Tra parentesi, attendo con ansia di leggere anche il documento finale del sinodo romano conclusosi domenica scorsa, quando sarà tradotto in francese, senza dubbio molto più profondo di quanto alcuni commentatori possano dire). Dio ci ha chiamati ad una vita così bella e ci prepara noi per la gioia eterna quando riposiamo nel suo cuore.
4/ Quindi questo è il 4° motivo per amare questa festa di Ognissanti, domani celebreremo i defunti.
Domani ricorderemo coloro che sono morti. Con gratitudine a chi ci ha amato. Con misericordia e pregando per il riposo eterno anche di coloro che ci hanno fatto del male. Questa festa di Tutti i Santi è quella dell'anno della preghiera, per questo voglio invitarvi a raddoppiare la preghiera per i defunti, perché tutti hanno bisogno della nostra preghiera, domandando molto giustamente il salmista: «Chi potrà salire sul monte del Signore e restare fermo? nel luogo santo? “.
(parentesi: sabato 16 novembre concluderemo insieme l'anno di preghiera con un incontro diocesano a Laus, dove ogni parrocchia presenterà un elemento del suo progetto missionario parrocchiale. Prendete nota di questa data del 16 novembre e venite numerosi.)
Concludo dicendoci che nel giorno di Ognissanti ricordiamo i volti che tanto amiamo. Ed è una gioia profonda. Amen!
Ogni 8 novembre festeggiamo tutti i Santi della diocesi!
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