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Sistema informativo clinico: il CHUV può ancora fare la scelta giusta

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Il denaro dei contribuenti utilizzato per finanziare gli ospedali pubblici dovrebbe essere utilizzato per pagare costose licenze per software commerciali pubblicati da colossi stranieri o, al contrario, consentire investimenti in soluzioni tecnologiche sovrane? È la questione sollevata dal bando di gara del Centro ospedaliero universitario vodese (CHUV) e della Federazione degli ospedali informatici vodesi (FHVI), finalizzato all’acquisizione di un nuovo sistema informativo clinico.

Un fornitore francofono di questo tipo di software, ormai indispensabile per la gestione di un moderno ospedale, ha presentato ricorso al tribunale cantonale di Vaud. Egli contesta la legittimità della procedura di aggiudicazione, che è stata temporaneamente sospesa dai tribunali. Secondo il ricorrente il bando di gara è fatto su misura per il colosso americano Epic. Molti altri attori condividono il suo punto di vista, come dimostra un sondaggio del Temp.

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Va ovviamente ricordato che l’aggiudicazione di un appalto pubblico è una procedura lunga e noiosa, che comporta la sua parte di ostacoli poiché la sua formalizzazione è rigorosa. Ma l’approccio del CHUV e del FHVI solleva tuttavia legittimi interrogativi sulla strategia adottata. Perché alcuni criteri menzionati nel bando di gara suggeriscono effettivamente che sarà difficile per un fornitore locale candidarsi. Tuttavia in Svizzera ne esistono diversi, come ad esempio la tedesca Cistec e il suo software Kisim, che equipaggia numerosi ospedali cantonali, come quelli di Zurigo, San Gallo e Argovia.

Gli ospedali universitari di Ginevra (HUG) hanno addirittura sviluppato un proprio sistema informativo clinico. Anche il CHUV si è interessato per un certo periodo, prima di abbandonare questa opzione. L’establishment vodese avrebbe infatti bisogno di un team di sviluppatori per realizzare un simile progetto di pooling. Tuttavia, optare per una soluzione commercializzata da un colosso presenta anche i suoi svantaggi: la licenza operativa e la manutenzione sono molto costose e l’azienda può interrompere l’aggiornamento del software da un giorno all’altro.

L’Ospedale Vallese ha fatto una scelta diversa. Ha deciso di adattare il sistema HUG per il proprio uso. Il risultato è un consorzio al quale il CHUV potrebbe ancora partecipare. Che due ospedali universitari di livello mondiale situati a 60 chilometri l’uno dall’altro uniscano le forze per sviluppare congiuntamente la tecnologia essenziale per il loro funzionamento sembra davvero avere senso.

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