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La più piccola stazione sciistica della Savoia chiuderà definitivamente

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In pochi giorni si tratta del secondo annuncio di chiusura di una stazione sciistica sulle Alpi. Dagli anni ’70 in Francia sono stati chiusi più di 180 comprensori sciistici.

Mentre i vertici stanno gradualmente indossando il camice bianco, dal basso giungono cattive notizie. La piccola stazione sciistica di Notre-Dame-du-Pré, in Savoia, chiude definitivamente, lo ha appreso il sindaco della località. In grande difficoltà economica da diversi anni per la mancanza di neve, “già da qualche inverno funzionava al minimo”ha indicato Jocelyne Abondance Pourcel, precisando che la decisione di fermare il funzionamento dei tre impianti di risalita della stazione era stata presa dal consiglio comunale a settembre.

Situata tra i 1300 e i 1500 metri di altitudine nella valle Tarentaise (massiccio della Vanoise), Notre-Dame-du-Pré (258 abitanti), considerata la «più piccola stazione» del dipartimento, secondo il sindaco, da quattro anni registra un deficit di quasi 20.000 euro ogni inverno. “È molto per una piccola città”commenta l’eletto. Tuttavia, il villaggio “non morirò”dice Jocelyne Abondance Pourcel. “Ne rimane uno villaggio attraente un tipico villaggio di montagna. Ci sarà sempre la possibilità di ciaspolate ed escursioni. Molte persone vengono anche perché apprezzano l’aspetto familiare”dice.

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180 tenute chiuse dagli anni ’70

“Saranno spese che potremo destinare altrove”aggiunge, soprattutto nelle attività “animato” continuare ad attirare turisti. Nei giorni scorsi, anche la comunità dei comuni di Matheysine (Isère) ha registrato la fine dei sussidi per gli impianti di risalita della stazione dell’Alpe du Grand Serre, mentre gli abitanti di Seyne-les-Alpes (Alpi dell’Alta Provenza) hanno convalidato la fine dell’attività sciistica nella stazione del Grand Puy.

Dagli anni ’70 in Francia sono state chiuse più di 180 aree sciistiche, la maggior parte delle quali sono micro-località familiari o comunali non redditizie situate in media montagna, secondo il conte del geografo Pierre-Alexandre Metral, dottorando all’Università di Grenoble strategie di riconversione specialistiche. Il riscaldamento globale, che rende la neve più incerta, ha complicato anche la situazione delle località turistiche a partire dagli anni 2000.

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