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questo mulino dell’Alta Garonna salvato dopo una frana!

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Paolo Halbedel

Pubblicato il

13 ottobre 2024 alle 7:52

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“Un’avventura piena di colpi di scena”. È con queste parole che Sophie Abilesindaco di Cambiac, descrive il progetto come restauro del mulino del suo comune. Costruito nel 1691, questo edificio, arroccato su una collina che domina questo piccolo villaggio del Lauragais, mostrava da tempo gravi segni di stanchezza. Al punto da aver visto parte della sua facciata è crollata nell’aprile 2020anche se già da diversi anni si discuteva di rinnovarlo. Il suo salvataggio si è poi rivelato un vero e proprio percorso a ostacoli.

Domenica 21 settembre, in occasione delle Giornate del Patrimonio, è stato inaugurato il restauro di questo monumento alla presenza del sottoprefetto Hélène Lestarquitfunzionari eletti dipartimentali Gilbert Hébrard et Firenze Siorat o anche Cristiano Portetpresidente della comunità dei comuni Terres du Lauragais. L’occasione per la sindaca di esprimere la “gioia” e il “grande orgoglio” del suo Comune, di aver saputo raccogliere la sfida che le si presentava e consisteva nel restituire all’edificio tutto il suo splendore.

Un mulino acquistato dal Comune nel 2011

Se gli abitanti di Cambiac hanno un forte attaccamento al loro mulino, è già perché i più anziani tra loro ne hanno visto girare le ali. “Mentre nel 19e secolo, i mulini sostituirono il lavoro dei mugnai, il mulino di Cambiac che apparteneva ad una grande famiglia di mugnai della regione, la famiglia Bonnet, fu uno degli ultimi ad operare a Lauragais grazie al lavoro del suo mugnaio, Mario Bonnetnato nel 1885 e morto nel 1972. Le ali del mulino di Cambiac, uno degli ultimi testimoni della prosperità del Lauragais e delle sue coltivazioni di cereali, smise di fare tournée nel 1961data in cui ha cessato la sua attività”, afferma Sophie Adroit.

Nel 2011, il municipio ha deciso di acquisire l’edificio che ha la particolarità di aver conservato la struttura esterna e l’intelaiatura in legno di quercia, ma anche parte delle ali e del timone che permette di orientare il tetto secondo la direzione del vento. . Anche il suo interno è intatto con le sue macine, le sue vele, il suo arcolaio, i pesi e le misure. Il consiglio comunale e il suo sindaco di allora, Serge Andrieuquindi avere in mente di rimetterlo in funzione.

Il progetto iniziale di restauro era ambizioso. Oltre al consolidamento della botte e alla rimessa in funzione del meccanismo delle ali, si prevede di realizzare un percorso di accesso rispondente agli standard di accessibilità e di servizi igienici adeguati e di convertire l’attiguo capannone in una sala espositiva e un parcheggio per ospitare bus scolastici e turistici. .

Sophie Abile
Sindaco di Cambiac

Cambio di progetto

Questa ambizione sarà smorzata nel 2018 dall’architetto delle costruzioni di Francia che blocca la trasformazione del capannone in sala espositiva. Il progetto, allora stimato in 395.000 euro, è stato rielaborato dal Comune l’anno successivo. “Si concentra principalmente su ripristino della struttura che presenta gravi crepe e fragilità e il lavori di falegnameria per il restauro della meccanica interna, parafanghi e tetto. Il suo importo è quindi stimato a 217.000 euro», informa il sindaco di Cambiac.

Il ritardo accumulato in questa faccenda rischia di essere fatale per la conservazione del monumento. In piena reclusione, nell’aprile 2020, il maltempo ha causato ingenti danni alla sua struttura. “La muratura originaria fatta di pietre e terra non resiste e la base della facciata sud crolla rivelando un buco. Vi lascio immaginare l’emozione del comune e degli abitanti di Cambiac, il mulino che rischiava di crollare», ricorda Sophie Adroit.

Il mulino Cambiac dopo che parte della facciata è crollata, rivelando un buco. (©Municipio del Cambiac)

L’edificio è stato quasi ricostruito pietra su pietra

Nel giugno 2020, lavoro di backup e sicurezza vengono poi eseguiti d’urgenza dall’azienda Chevrin Geli. All’esterno vengono installati dei bastaggi per fissare la botte su tutta la sua altezza per sostenere il mulino. All’interno, le travi sono appoggiate per sostenere il meccanismo in equilibrio instabile. Un primo progetto che equivale a 37 500 €.

Due mesi dopo, il municipio e il suo architetto Serge Billac suggerire una nuova ipotesi per garantire con certezza la sostenibilità del mulino: smontatelo e ricostruitelo pietra su pietraper poterlo poi rimettere in funzione. “Una soluzione respinta dall’architetto degli edifici di Francia, perché questo nuovo edificio non sarebbe più l’autentico mulino”, indica il sindaco di Cambiac.

Il mulino non funzionerà più

I funzionari eletti di Cambiac lanceranno quindi i sondaggi alla fine del 2020 per garantire il solidità delle fondazionitemendo che il riavvio del mulino potesse scuotere la struttura. Questi si rivelano rassicuranti. L’anno successivo viene lanciato un nuovo progetto in seguito al rinnovo della squadra municipale in seguito alle dimissioni di Serge Andrieu dalla carica di sindaco. Costo annunciato dell’intervento finalizzato alla ristrutturazione completa del mulino: 500.000 €. “Un costo che il nostro bilancio, anche con le sovvenzioni, non ci permette di prendere in considerazione”, si rammarica Sophie Adroit.

Il comune ha quindi deciso per una riabilitazione più modesta. E’ esclusa la ripartenza priorità data al solo consolidamento della struttura del monumento per garantirne la sostenibilità nel tempo. Un lavoro meticoloso che verrà avviato nel 2023 e spalmato su sei mesi per un importo di circa 100.000 €.

Ne trarrà beneficio il Comuneaiuto fino all’80% del costo complessivo dell’intervento (interventi di emergenza conservativa e progetto di ristrutturazione). Questi ultimi provengono da lo stato (30%), Dipartimento dell’Alta Garonna (50%) e Regione dell’Occitania (30%).

Il mulino durante la costruzione. ristrutturazione. (©Municipio del Cambiac)

E adesso?

D’ora in poi il comune di Cambiac auspica sfruttare al massimo questo restauro. “Questo mulino infatti è più di un semplice edificio, è un simbolo del nostro patrimonio, una testimonianza del passato della nostra regione, della vita dei nostri antenati, del loro lavoro e del loro saper fare. Incarna la memoria viva del nostro territorio che dobbiamo preservare e trasmettere. Il suo restauro non è fine a se stesso, è un nuovo inizio», annuncia il sindaco di Cambiac.

Gli eletti locali e il sottoprefetto Hélène Lestarquit inaugurano il restauro del mulino durante le Giornate del Patrimonio 2024. (©Municipio del Cambiac)

Sophie Adroit spera quindi di vedere realizzato un altro progetto: the creazione di un’associazione di mulini. “Sarà lei a far rivivere questo mulino attraverso le storie che racconta e la vita che era quella del mugnaio, soprattutto perché abbiamo molta documentazione grazie al lavoro svolto da Claude Rivalsinsegnante di Montgeard che aveva conosciuto e filmato Marius Bonnet e che, in seguito a questo scambio, si appassionò ai mulini e vi dedicò numerose opere. C’è anche una memoria viva da raccogliere, perché molti qui hanno conosciuto il mugnaio e hanno visto girare le ali del mulino”, sottolinea il consigliere comunale.

La casa del mugnaio

Nel 2011, il comune ha acquistato il mulino a vento di Cambiac, ma anche la casa situata proprio accanto, precedentemente occupata dal mugnaio che ne aveva fatto la sua dimora. Alcuni anni dopo divenne un alloggio comunitario classificato come tre spighe, che è ancora oggi disponibile per l’affitto. Va inoltre notato che questa massiccia casa in pietra è molto più antica del mulino. Sarebbe infatti appartenuta ad una famiglia di Perfetti, durante l’Eresia Catara nel IX secolo.

La futura associazione avrà anche il compito di aprire il mulino al pubblico in occasione di eventi e di portarlo in giro. “L’idea è che questi volontari facciano un luogo di incontro, condivisione e scoperta per tutti. Ma possono anche garantire una regolare manutenzione grazie ai fondi che possono raccogliere durante le azioni o trovando mecenati», conclude il sindaco. E così non si vedrà mai più l’edificio correre il rischio di scomparire.

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