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Il rifiuto della Svizzera di rispettare pienamente la storica sentenza sul clima della Corte europea dei diritti dell’uomo mina la credibilità internazionale del Paese

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GINEVRA, 9 ottobre 2024 – Secondo il Centro per il diritto internazionale ambientale (CIEL), il rapporto d’azione del governo, pubblicato oggi, sull’attuazione di una recente sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia climatica rappresenta un’importante occasione mancata per il Paese di allineare la propria politica climatica con la scienza del clima indiscussa.

Il 9 aprile 2024 la Corte ha stabilito che la Svizzera aveva violato la Convenzione europea dei diritti dell’uomo non avendo adottato misure adeguate per combattere il cambiamento climatico. La Corte ha chiesto alla Svizzera di stabilire un calendario preciso per raggiungere la neutralità del carbonio, nonché obiettivi e percorsi intermedi, in conformità con gli impegni climatici globali.

A seguito di questa sentenza, il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa, che rappresenta tutti i 46 Stati membri, è ora responsabile della supervisione dell’attuazione della decisione da parte della Svizzera. Nell’ambito di questo processo, il 9 ottobre 2024, la Svizzera ha presentato al Comitato una revisione dell’azione, segnalando la sua intenzione di adottare misure limitate, ma non proponendo di attuare pienamente la sentenza della Corte.

Sébastien Duyck, responsabile della campagna sui diritti umani e il cambiamento climatico e avvocato senior del CIELdisse:

« La risposta del governo svizzero alla sentenza Elders Against Climate dimostra una mancanza di volontà politica nell’allineare le politiche climatiche del Paese al consenso scientifico consolidato e al suo dovere giuridicamente vincolante di prevenire i danni prevedibili derivanti dal peggioramento dei cambiamenti climatici.

Invece di conformarsi pienamente alla sentenza della Corte, il governo ha individuato alcune misure già in vigore, tentando così di reinterpretare i propri obblighi ai sensi della Convenzione europea e ignorando aspetti essenziali della decisione della Corte. Le azioni limitate proposte dalla Svizzera sono ben lungi dall’affrontare il fatto che le sue politiche climatiche rimangono ampiamente insufficienti. L’assenza, nell’immediato futuro, di un’adeguata azione climatica allineata alla scienza può solo portare a un aumento delle emissioni e a un peggioramento degli impatti climatici, in particolare per le comunità vulnerabili, sia in Svizzera che nel mondo.

I governi degli altri Stati membri del Consiglio d’Europa hanno ora il dovere di insistere affinché la Svizzera rispetti pienamente e rapidamente i suoi obblighi legali, come stabilito nella sentenza della Grande Camera della Corte Europea dei Diritti Umani ».

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Niccolò Sarno, CIEL Global Media Relations: [email protected] | +41-22-506 80 37

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