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Linkedin non si assume la responsabilità per i contenuti generati utilizzando la sua intelligenza artificiale

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Linkedin aggiorna i suoi termini di utilizzo, stabilendo che gli utenti debbano verificare l’affidabilità dei contenuti generati dagli strumenti di intelligenza artificiale della piattaforma prima di pubblicarli. Il social network declina ogni responsabilità in caso di informazioni errate.

Linkedin declina ogni responsabilità in merito agli strumenti di intelligenza artificiale generativa offerti sulla propria piattaforma. Il social network per professionisti ha pubblicato le sue nuove condizioni d’uso, che entreranno in vigore il 20 novembre.

“Il contenuto generato potrebbe essere impreciso, parziale, ritardato, confuso o inappropriato per i tuoi scopi. Si prega di rivedere e modificare questo contenuto prima di condividerlo con altri. Come tutti i contenuti che condividi sui nostri Servizi, è tua responsabilità garantire che siano conformi alle nostre Politiche della community professionale, incluso l’astenersi dal condividere informazioni confuse”, si legge sulle funzionalità di generazione dei contenuti di Linkedin.

Chiaramente, gli utenti sono tenuti a verificare e correggere le informazioni errate prima di condividerle, perché il social network non sarà ritenuto responsabile delle conseguenze, riassume The Register, che ha individuato queste nuove condizioni d’uso. Contattato dai media specializzati, un portavoce non ha né smentito né confermato questa interpretazione.

Strumenti di automazione per reclutatori e persone in cerca di lavoro

Linkedin offre già da diversi mesi ai suoi abbonati premium nuove funzionalità utilizzando GenAI. Questi includono un metodo di ricerca di lavoro conversando con un chatbot, o anche strumenti di assistenza per scrivere una lettera di presentazione, rispondere a un’e-mail o rielaborare un CV. Inoltre, queste funzionalità consentono ai reclutatori di migliorare le descrizioni del lavoro e agli utenti di beneficiare dell’assistenza con determinate sezioni del loro profilo.

Anche Microsoft, la società madre di Linkedin, ha recentemente adattato le sue condizioni di utilizzo. Sottolineando in particolare che questi strumenti non sono destinati ad essere utilizzati come sostitutivi della consulenza professionale.

I rischi legali affrontati dalle aziende che utilizzano queste tecnologie sono reali. La compagnia aerea canadese, ad esempio, è stata ritenuta responsabile di consigli errati forniti dal suo chatbot a un passeggero. Anche in Svizzera le aziende adottano precauzioni. Come l’Helvetia, con il suo chatbot Clara (powered by GPT-4) che, nelle sue condizioni d’uso, declina ogni garanzia o responsabilità circa l’accuratezza, la completezza o l’attualità delle informazioni messe a disposizione» dal suo chatbot.

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