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Come essere meno stupidi | Il giornale di Montreal

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Ho un consiglio per gli attivisti che vogliono “celebrare” la strage del 7 ottobre 2023: entrate in una libreria.

Compra un libro. Leggere. Scoprire.

Sarai sorpreso di vedere che quando leggiamo siamo meno stupidi.

Atrocità e massacri

1) Dovresti iniziare con 52 giorni senza di loro, di Hadas Jaoui-Kalderon. I suoi due figli sono stati rapiti il ​​7 ottobre 2023, insieme al padre (che è ancora in ostaggio mentre scrivo questo articolo). “Non torneremo mai più a essere quello che eravamo”, gli ha detto la figlia sedicenne. Suo figlio è uscito traumatizzato dalla prigionia. Perché gli orrori del 7 ottobre non hanno suscitato l’emozione che avrebbero dovuto suscitare “tra i progressisti e le femministe”? chiede Jaoui-Kalderon.

2) Dovresti continuare a leggere 7 ottobredel giornalista israeliano Lee Yaron. Con una numerosa squadra di ricerca, ha ricostruito nei minimi dettagli il corso di quella giornata, con le sue stragi, i suoi stupri, i suoi ferimenti. A pagina 142 si può leggere di Shani Louk, che ha famiglia a Montreal, la descrizione di queste sue immagini: “[…] seminudo, con la testa insanguinata, circondato da terroristi armati. Una folla di palestinesi lo applaudiva e gli sputava addosso.

3) Se preferisci i fumetti, te lo consiglio Vivremodi Joann Sfar, sottotitolato Inchiesta sul futuro degli ebrei. Sfar pone una domanda particolarmente preoccupante: se Israele era visto come il luogo in cui gli ebrei emigravano per sfuggire alle persecuzioni, dove possono ora sentirsi al sicuro? “Ovunque tu vada, ti verrà detto che non è casa tua. La tua libertà consiste nello scegliere il luogo in cui sarai attaccato”, scrive. “Siamo passati da difficili a invivibili”, ha detto riferendosi alla situazione degli ebrei in Francia.

Sai cosa disse suo nonno a Joann Sfar? “Attenzione agli idioti, costituiscono sempre la materia prima del fanatismo”.

4) Infine, un libro uscito in Francia il 2 ottobre, Vittime francesi di Hamas: la loro storia, il nostro silenziodi Rachel Binhas. Il giornalista pone una domanda cruciale: perché i francesi, commossi in passato per ogni presa di ostaggi dei loro concittadini, sono rimasti così silenziosi quando sono stati gli ebrei francesi a essere rapiti in Israele? “Come spiegare che le attiviste, innegabilmente femministe a Parigi, sentissero di non poter “credere alle parole delle donne” vittime, stuprate, quando parlavano di una realtà vissuta in Israele? chiede.

Schermata fornita da INDIGO

Binhas ci ricorda anche una realtà sulla quale gli attivisti preferirebbero tacere. “Oltre ai membri di Hamas, con i kalashnikov in spalla, ci sono abitanti di Gaza, uomini, donne, adolescenti, perfino bambini, che rubano, svuotano le case degli “ebrei” e commettono violenze”.

Domande di compassione

Se leggete questi quattro libri, o anche se ne leggete uno solo, cari attivisti, ponetevi due domande.

Se delle giovani donne fossero state violentate a Osheaga, nel parco Jean-Drapeau, il 7 ottobre 2023, festeggereste un anno dopo?

Se gli abitanti di Baie-Comeau, compreso un bambino di 9 mesi, fossero tenuti in ostaggio nei tunnel, trovereste normale festeggiare la loro prigionia un anno dopo?

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