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Il fatto che si dia da fare nel creare soluzioni innovative per risolvere i problemi non ha certamente danneggiato la sua candidatura, ma è per tutti i suoi successi e le sue capacità, in particolare nella gestione, che Kathy Baig è stata scelta per occupare la posizione di direttore generale e CEO di ETS. lo scorso giugno.
Al termine del lungo processo di selezione culminato il 18 settembre, al momento del suo insediamento, la nuova ed energica dirigente dell’establishment universitario si è detta orgogliosa della fiducia riposta in lei ed entusiasta del lavoro che lo attende. Rompendo il soffitto di vetro essendo la prima donna a guidare l’ETS, Kathy Baig non fa eccezione.
Oltre agli studi universitari in ingegneria chimica e gestione aziendale, il suo track record testimonia notevoli traguardi e prestigiosi riconoscimenti in un mondo ancora prevalentemente maschile. Ma come dice molto bene, più l’obiettivo sembra difficile da raggiungere, maggiore è la motivazione ad affrontarlo e ad avere successo.
Spinta da questo desiderio di mettersi in gioco laddove può avere un impatto concreto, intende lasciare il segno, in particolare continuando a contribuire alla promozione degli studi scientifici e ingegneristici tra i giovani studenti.
Talento, ma pochi modelli
Quante giovani donne sceglieranno ingegneria dopo gli studi universitari in scienze? Pochi secondo le statistiche. All’ETS, il loro numero si aggira intorno al 23%. Kathy Baig, che ha scelto l’ingegneria chimica sulla spinta di un’intuizione chiaroveggente, parla della professione con entusiasmo e passione. La sua difesa della consapevolezza precoce del piacere della scienza tra le ragazze a partire dalla scuola primaria indica sia il percorso che la destinazione.
Titolare di un dottorato onorario assegnato dall’ETS per la sua eccezionale leadership e il suo impegno nel promuovere il posto delle donne nell’ingegneria, Kathy Baig deplora l’assenza di rappresentanza delle donne ingegnere nella cultura popolare. “Nel cinema e in tv vediamo donne avvocatesse, dottoresse, infermiere, imprenditrici. “Le donne ingegnere sono purtroppo assenti dall’immaginario collettivo delle donne”, spiega.
Ciò deriva in parte dal fatto che il lavoro quotidiano dell’ingegnere, uomo o donna, viene svolto lontano dagli occhi e dalle conversazioni del pubblico, il che genera un generale malinteso sulla professione. “Quando si parla di ingegneria, la maggior parte delle persone pensa spontaneamente ai ponti o alle strutture edilizie. È un fatto poco noto che l’ingegneria si applica, ad esempio, anche alla salute e all’ambiente. C’è ancora molto da fare per demistificare la professione”, ha continuato.
In questo senso, Kathy Baig è entusiasta delle iniziative ETS per le donne nell’ingegneria come Palmarès Féminin plural, G-CHANGE, Les Ingéneuses e Femmes de genius. Vuole solo una cosa: che continui il paziente lavoro per incoraggiare i giovani studenti a scegliere ingegneria.
Questo contenuto è stato prodotto dal team delle pubblicazioni speciali di Dovere in collaborazione con l’inserzionista. La redazione di Dovere non ha avuto alcun ruolo nella produzione di questo contenuto.
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