“Facciamo della necessità – e dell’amore per il giornalismo – una virtù.” Con queste parole inizia il primo editoriale del nuovo giornale lanciato dal teatro Gessnerallee il 21 agosto. La pubblicazione è una risposta alla crisi del giornalismo mediatico e culturale, secondo la direzione del teatro.
Il Gessnerallee, teatro di Zurigo, ha deciso di creare un proprio giornale per contrastare l’impoverimento dell’offerta culturale sulla stampa, secondo Rahel Bains, responsabile della comunicazione del teatro ed ex giornalista, intervistata a La Matinale il 1° ottobre. « Vogliamo sia mettere in risalto gli artisti sia incoraggiare una cultura del dibattito, riconquistando una visibilità che non abbiamo più nei media”, spiega.
Una risposta alla crisi mediatica
Questo nuovo titolo, pubblicato quattro volte l’anno, è disponibile in tedesco e inglese, in formato cartaceo o su Internet sito web teatro. Per ottenerlo bisogna pagare 5 franchi a uscita oppure optare per un abbonamento. Vuole riunire articoli scritti dall’équipe teatrale, ma anche saggi, interviste e recensioni firmate da soggetti esterni. Il tutto dovrebbe essere finanziato principalmente dalle vendite e dalla raccolta fondi. Una minima parte proverrebbe dai sussidi. Almeno questa è la sfida che vogliono raccogliere le tre donne a capo della direzione del teatro, Rahel Bains, Kathrin Veser e Miriam Walther.
La scommessa non è vinta. Tuttavia, questo trio ha una solida esperienza nel campo dei media. Miriam Walther è stata direttrice della rivista online Republik fino al 2022. E la responsabile della comunicazione, Rahel Bains, ha lavorato per quindici anni come giornalista ed editore.
Opinioni condivise nella Svizzera romanda
Questa iniziativa, però, divide gli operatori francofoni del mondo teatrale intervistati a La Matinale. Anne Schwaller, direttrice del Théâtre des Osses di Givisiez (FR), esprime riserve: “Voglio dire, ognuno ha il proprio lavoro. Una società che sta bene ha bisogno di cultura e stampa. E credo che le nostre missioni non siano le stesse.
Un’opinione che Anne Bisang, direttrice del Théâtre populaire romand di La Chaux-de-Fonds (NE), non condivide. Dal canto suo, sedotta dall’iniziativa zurighese, dice: “Esprime proprio anche una mancanza, un deficit – che si amplia nel tempo – di mettere in prospettiva il lavoro degli artisti che consenta l’accessibilità di queste opere al pubblico.
Critici culturali scettici
In un momento di crisi dei media, l’impatto delle critiche rimane significativo. Thierry Raboud, di La Liberté, analizza: “La critica è sotto pressione. E con la situazione che conosciamo sulla stampa, i giornali critici sono sempre più contaminati dal lato della comunicazione. Dall’altro lato ci sono istituzioni culturali che devono affrontare una forte concorrenza nella corsa ai sussidi e per le quali la critica da parte di media riconosciuti rimane un’importante leva di legittimazione.
Per compensare il silenzio dei giornali, alcuni dirigenti immaginano altre risposte. Alcuni pensano di rivolgersi ai blogger studenteschi, altri desiderano creare collegamenti tra i teatri per progettare una pubblicazione comune. Passi ancora timidi, ma che potrebbero svilupparsi in futuro.
Oggetto della radio: Anne Fournier
Adaptation web: Sébastien Foggiato
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