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A Parigi, il tailleur leggero di Ujoh, le geometrie appariscenti di Pierre Cardin

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Pubblicato il

2 ottobre 2024

La settimana della moda di Parigi dedicata al prêt-à-porter femminile si è conclusa lunedì con un programma esplosivo, dominato dalle etichette stellari Chanel e Louis Vuitton. Ma tante altre case hanno sfilato accanto a questi grandi nomi, dimostrando ancora una volta la vivacità del mercato parigino. Come il brand giapponese Ujoh, che rivisita l’abito in versione estiva, o Cardin con la sua moda retro-futuristica. .

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Ujoh – Primavera-Estate 2025 – Abbigliamento da donna – Francia – Parigi – ©Launchmetrics/spotlight

Ujoh, che ha sfilato per sei stagioni alla settimana della moda di Parigi, sta guadagnando visibilità e attirando sempre più persone al suo spettacolo, con la sua arte del taglio, la sua moda essenziale e il suo approccio couture. Il suo fondatore, il giapponese Mitsuru Nishizaki (46 anni) ha lavorato come modellista per Yohji Yamamoto per sette anni prima di fondare la propria casa nel 2009. Per la primavera-estate 2025, ripensa il mondo sartoriale in modalità ultra leggera.

Trovandosi in Giappone quest’estate nel bel mezzo di un’ondata di caldo, lo stilista ha cercato di capire come alleggerire il più possibile il guardaroba classico, pur mantenendone l’eleganza. In particolare l’abito rigato del banchiere, il suo capo preferito. Per affrontare il caldo estremo, pota a tutti i costi. Le giacche in gabardine di lana sono scavate e ritagliate come corti boleri. A volte vengono privati ​​dei fianchi e completamente aperti dietro, oppure adottano le maniche corte. Senza maniche, si indossano come un gilet.

Il tipico gilet si trasforma in reggiseno. I pantaloni larghi hanno uno spacco verticale lungo le gambe sul davanti e cadono come gonne. Anche le camicie da ufficio sono accorciate e raccolte in vita con coulisse. Nello stesso panno di lana leggera, lo stilista realizza maxi gonne a pannello o a portafoglio e da un cappotto, a cui ha tolto la parte superiore, crea un abito senza spalline.

Tutto si apre, respira e ondula. Questa impressione è accentuata da un gioco di strati e pezzi rimovibili, come questa sopragonna, che sembra estendere una giacca in un cappotto o questa gonna asimmetrica che rivela dei pantaloncini. La leggerezza dell’insieme è ulteriormente sottolineata da elementi di organza trasparente che si inseriscono con naturalezza nel guardaroba, tra tuniche, bluse, giacche, ecc. Mitsuru Nishizaki ha creato in particolare un nuovo accessorio: una classica manica di camicia o di tulle trasparente, che si estende in un stola, da indossare sopra un abito o come trompe-l’oeil sotto una giacca, avvolgendo il resto del capo attorno al collo.

Lo stilista propone anche una serie di set composti da giacche da paracadute e gonne in nylon, ispirati ai vecchi modelli di tute del produttore di attrezzature Reebok, con il quale sta siglando una collaborazione questa stagione.

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Pierre Cardin, primavera-estate 2025 – ©Launchmetrics/spotlight

Questa stagione Pierre Cardin ha organizzato la sua sfilata sulla chiatta del Noti Club, ai piedi della Torre Eiffel. Rodrigo Basilicati-Cardin, che ha preso in mano le redini della casa, mette tutto il suo impegno nel mantenere fedelmente l’identità del marchio e continuare a farla vivere nello spirito del suo fondatore. Ma il rischio è senza dubbio quello di congelarlo un po’ troppo nel suo passato e, alla fine, al tutto manca un po’ montatura pubblicitaria.

Il tempo a volte sembra essersi fermato. Il pronipote di Pierre Cardin, infatti, sfoggia sul podio una serie di abiti corti in stile Era spazialesimili ai modelli che hanno decretato il successo del marchio negli anni ’60 e ’70. Gonne a trapezio, tute di lamé blu cangiante, uniformi da astronave, occhiali con visiera, borse ologramma… Si tratta per lo più di abiti dal design molto grafico decorati con dettagli in plastica (spalline, grandi bottoni, punti croce, ecc.), in un Stile astronauta di Star Trek.

I colori sfarfallano con una palette di tonalità accese e neon, spesso abbinate a contrasto. Tutte le forme geometriche vengono evocate: quadrati, oblò, sfere, diamanti. Inclusi globi a griglia rossa da mettere sulla parte superiore delle braccia, come maniche a palloncino. Spesso le proporzioni sono esagerate, rendendo talvolta il capo difficile da indossare, come questi giganteschi dischi che fungono da maniche di una tuta giallo acceso.

La casa utilizza principalmente tessuti riciclati provenienti dalle sue scorte dormienti, dando una seconda vita ad alcuni materiali, come il vinile, il crêpe di lana e l’organza.

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