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Un’iniziativa vuole mettere ai voti i trattati internazionali

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Il modello di successo della Svizzera è “messo in pericolo” dall’Unione Europea (UE). È questa l’osservazione di un comitato che ha annunciato lunedì il lancio dell’iniziativa “bussola”, che mira a prevenire l’“adesione passiva” della Svizzera all’UE. Concretamente i promotori – soprattutto imprenditori di lingua tedesca – propongono di sottoporre a referendum obbligatorio i grandi trattati internazionali che comportano l’applicazione del diritto straniero in Svizzera.

Inoltre, l’iniziativa prevede di limitare l’adozione del diritto straniero “ad un ambito ristretto”. Se il testo avrà successo, i nuovi accordi dovrebbero quindi ottenere l’approvazione della maggioranza del popolo e dei Cantoni, ma non incidere troppo sulle leggi esistenti nel Paese.

Dietro i timori e i desideri del comitato d’iniziativa si nasconde un potenziale nuovo accordo tra la Svizzera e l’Europa. I negoziati procedono e il loro sviluppo non piace ai promotori, che temono un possibile ripristino automatico del diritto europeo e l’accettazione della Corte di giustizia dell’UE come organo giuridico. “Se andassimo avanti, la competitività del nostro Paese e la posizione economica della Svizzera sarebbero permanentemente indebolite”, sostiene in particolare il Comitato.

Martedì è iniziata la raccolta firme per l’iniziativa “bussola”. Ai latori del testo restano quindi 18 mesi per raccogliere circa 100.000 iniziali. Si noti che quando il testo sarà finalmente finalizzato, nuovi accordi potrebbero essere negoziati con l’Europa. Su tale materia è quindi prevista una clausola di retroattività.


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