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Testimoni chiave e contraddizioni giudiziarie

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Il processo contro Saïd Naciri e Abdenbi Bioui, nonostante la sua importanza, sembra in realtà svolgersi in un relativo segreto mediatico. Questo silenzio può essere visto come sorprendente, data la posizione sociale dei due uomini influente presidenti regionali. Tuttavia, diversi fattori possono spiegare questa invisibilità.

In primo luogo, l’agenda politica e mediatica del Paese è attualmente sovraccarica di questioni economiche urgenti, tra cui la legge finanziaria, la crisi climatica e le ripercussioni del recente maltempo.

Poco entusiasmo mediatico

Ciò distoglie l’attenzione del pubblico dai casi giudiziari, anche quando coinvolgono figure di alto profilo. C’è poi una forma di “stanchezza” dell’opinione pubblica nei confronti degli scandali di cattiva gestione, diventati troppo frequenti per suscitare lo stesso livello di indignazione.

Tuttavia, questa calma apparente non deve essere confusa con una mancanza di importanza. Detto questo, dopo più di cinque ore di dibattiti talvolta accesi tra la difesa e l’organo giudiziario, il cosiddetto caso “Escobar del Sahara” è stato nuovamente aggiornato, questa volta a venerdì prossimo, per finalizzare le formalità.

Verso una nuova svolta nel processo

Questo rinvio ne segue numerosi altri, riflettendo la complessità e la controversia che circonda questo caso. Sono però iniziati i primi dibattimenti, con scambi di accuse di traffico internazionale di droga, che coinvolgono diverse personalità di alto rango, in particolare Saïd Naciri, ex presidente della WAC, e Abdenbi Bioui, ex presidente del Consiglio della regione di ‘ Orientale.

La difesa di Abdenbi Bioui, rappresentata dal Maître M’Barek El Meskini, ha chiesto un’analisi più approfondita delle telefonate, evidenziando le lacune delle conclusioni iniziali e mettendo in dubbio la veridicità degli elementi del dossier.

L’avvocato ha presentato anche una richiesta sorprendente: produrre i documenti di matrimonio e divorzio della cantante Latifa Raafat con “Escobar of the Sahara”, a causa di un conflitto di date tra le dichiarazioni e i documenti ufficiali. Secondo le dichiarazioni, il matrimonio sarebbe avvenuto il 17 dicembre 2013, mentre i documenti menzionano un primo incontro dieci giorni dopo, il 27 dicembre.

Elementi ignorati dai tribunali?

Allo stesso tempo, la difesa di Abdenbi Bioui, rappresentata anche dal Maître Karout, ha chiesto la convocazione del presunto trafficante, Hajj Mohamed Ben Ibrahim detto il Maliano, per un confronto diretto con l’imputato. Questa richiesta rientra in una strategia volta a chiarire alcune zone grigie del fascicolo, in particolare le registrazioni telefoniche e le denunce depositate.

Maître Achraf Mansour Jadoui, avvocato di Saïd Nacirida parte sua, ha anche chiesto che l’imputato di nazionalità maliana venga convocato per un confronto con il suo cliente, chiedendo al tempo stesso la comparsa del direttore del carcere di El Jadida per chiarire le prolungate comunicazioni telefoniche tra Naciri e un sospetto finanziere.

La difesa ha osservato che né la polizia giudiziaria né il gip hanno esaminato una serie di dettagli dichiarati da testimoni, in particolare quelli relativi al numero di camion attribuiti a Bioui, precisando in tale contesto che i camion sequestrati a El Jadida appartenevano all’uomo maliano e non all’ex presidente della regione orientale.

Nuovi testimoni per far luce sulla vicenda

Infine, la difesa ha chiesto la convocazione del Segretario generale della Camera dei Rappresentanti per indagare sull’emissione dei distintivi parlamentari, aggiungendo così una dimensione istituzionale a questa vicenda.

Questo processo, caratterizzato da contrasti procedurali e richieste insolite, continua ad affascinare l’opinione pubblica, poiché questioni politiche, economiche e legali si mescolano in un caso dalle molteplici ramificazioni.

Lo stesso legale ha criticato il modo in cui il detenuto è passato da “condannato penale a testimone e parte civile”, definendolo “doppio grado”, dopo essersi costituito in questo caso parte civile. La sezione penale di primo grado della Corte d’appello di Casablanca ha deciso di rinviare il caso a venerdì prossimo, quando la difesa dovrebbe proseguire le sue richieste e la sua difesa formale.

Ha criticato particolarmente l’indagine, affermando che né la polizia giudiziaria né il gip avevano preso in considerazione i dettagli essenziali forniti dai testimoni, in particolare riguardanti i camion sequestrati a El Jadida, che secondo lui appartenevano al maliano e non a Bioui.

Resta la suspense su come queste testimonianze e nuovi elementi potrebbero influenzare l’andamento del processo.

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