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Bruno Retailleau si dice “mille volte” favorevole ad un referendum sull’immigrazione

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Ospite domenica sera di LCI, il nuovo ministro dell’Interno ha ribadito le sue riserve sull’idea di una “società multiculturale” e ha deplorato che “i francesi non abbiano mai dovuto decidere” sull’immigrazione.

Bruno Retailleau insiste e firma. Interrogato sui commenti precedenti in cui riteneva che a “società multiculturale” era un “impasse” et “conflittuale”ha stimato il nuovo ministro LR domenica sera al LCI “che una società multiculturale rischia di diventare anche una società multirazzista”. “Peso le mie parole”ha detto sul canale di notizie.

“C’è il modello anglosassone e il modello francese. O abbiamo una società anglosassone in cui si giustappongono le comunità, e in un dato momento ci sono shock violenti, oppure abbiamo il nostro modello, il modello repubblicano, ha spiegato il ministro degli Interni. Il progetto francese vuole andare oltre le origini (…) Lo spazio pubblico è la Repubblica e bisogna prendere le distanze da ciò che riguarda i propri affari privati. È questa distanza simbolica che rende possibile realizzare la promessa repubblicana..

“La nostra cultura è giudaico-cristiana. Il crogiolo francese si svolge a Gerusalemme, si svolge ad Atene, si svolge a Roma. È una civiltà unica, che è anche europea e la cosa peggiore per me è vedere questa cattiva coscienza europea quando l’Europa è il simbolo della libertà”– continuò l’ospite di Beauvau. “Come volete integrare i giovani che dubitano, dicendo loro che la Francia non è amica, che è colpevole di tutti i crimini?”ha continuato.

“Consultazione tramite referendum”

Anche il nuovo ministro dell’Interno ha espresso la sua “rimpianto” che non possiamo tenere un referendum sull’immigrazione in Francia, anche a giudicare da questo“Il controllo sull’immigrazione ci sarà solo se avremo un piano complessivo”. “Non possiamo fare in Francia (…) purtroppo per ragioni costituzionali (…) un referendum sull’immigrazione. Me ne pento”ha affermato Bruno Retailleau su LCI. Alla domanda sul suo desiderio personale per un simile referendum, ha risposto: “Sì, mille volte sì”notando questo“dovremmo prima rivedere la Costituzione” versare “consentire un ampliamento del perimetro, campo su cui si potrà consultare tramite referendum”.

Intervistato dal suo ufficio di Place Beauvau, Bruno Retailleau ha giustificato questa volontà di referendum con il fatto che “L’immigrazione è uno dei fenomeni che più sconvolgono la società francese da 50 anni, da mezzo secolo, senza che i francesi abbiano mai dovuto esprimere la loro opinione”. A giudicare da ciò “L’immigrazione non è un’opportunità”il ministro lo ha stimato“Il controllo sull’immigrazione ci sarà solo se avremo un piano complessivo”.

Puntamento “un groviglio di norme giuridiche”ha detto che era pronto per l’uso “tutte le leve”mentre diceva a se stesso “rispettoso” del primo ministro Michel Barnier che martedì e dovrà fare la sua dichiarazione di politica generale “annuncerà un certo numero di misure”. Bruno Retailleau ha citato in particolare la possibilità di prolungare la durata massima della detenzione per le persone soggette all’obbligo di lasciare il territorio francese (OQTF). “Possiamo allungarlo di molto, raddoppiando” a 180 giorni, governò, ma “non è abbastanza”.

“Equilibrio di potere” con i paesi di origine

Ha citato anche il tema delle espulsioni“dobbiamo assumere un equilibrio di potere” rimandare le persone nel Paese d’origine, citando “tre leve”: concessione dei visti, aiuti allo sviluppo e commercio. Alla domanda se fosse favorevole alla doppia pena, cioè all’espulsione sistematica dopo l’esecuzione della pena, ha anche risposto “Ovviamente” favorevole.

Questi commenti hanno suscitato numerose reazioni su X. Prisca Thévenot (Rinascimento), ex portavoce del governo, ha ritenuto che si potesse “parlare di immigrazione senza denigrare i francesi che ne provengono”. “La nostra lingua permette di distinguere tra immigrazione illegale e legale. Il primo è combattere, il secondo controllare. Non fare la distinzione pone le basi per la RN”lei castigò.

“Quale sarebbe la differenza con un Ministro degli Interni della Marina Militare?”si è chiesto il leader dei deputati del PS Boris Vallaud. L’eurodeputata di estrema destra Marion Maréchal, invece, ha accolto favorevolmente i commenti “gioire”. “Doppia sanzione, accordi con l’Algeria, società multiculturale: difficile non essere d’accordo con le parole di Bruno Retailleau questa sera”ha giudicato.


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