Da 70 anni il Consiglio europeo per la ricerca nucleare (CERN) cerca di svelare i misteri dell’universo. Uno sguardo alla storia di questo istituto internazionale, che celebra domenica settant’anni di scoperte, ma anche di controversie.
All’inizio degli anni Cinquanta l’Europa si stava appena riprendendo dalla Seconda Guerra Mondiale. La ricerca scientifica va male e i suoi talenti partono per gli Stati Uniti. Ma l’Europa vuole anche i suoi acceleratori di particelle. Nel 1954, nel comune ginevrino di Meyrin, venne creato il Consiglio europeo per la ricerca nucleare (CERN).
A quel tempo l’energia nucleare faceva paura, perché il trauma della bomba atomica era acuto. “È stata quasi una catastrofe per il CERN. Ci siamo resi conto che organizzazioni come la Croce Rossa, ad esempio, avevano paura”, ricorda il fondatore del CERN Pierre Roger in un archivio RTS del 1986.
“Siamo riusciti a far capire loro che non si trattava affatto di costruire reattori e bombe atomiche, ma particelle ad altissima energia”.
La Svizzera è stata scelta per ospitare questo laboratorio internazionale per la sua posizione al centro dell’Europa e per la sua neutralità, nel contesto della Guerra Fredda tra Stati Uniti e URSS.
La scoperta del bosone di Higgs
Nel 1957 fu lanciato il primo acceleratore di particelle, il sincrociclotrone. Seguiranno altri acceleratori sempre più grandi e potenti, la cui missione è creare collisioni tra particelle che circolano a tutta velocità per comprendere meglio la composizione della materia e l’evoluzione dell’universo.
L’immenso LHC, un anello sotterraneo lungo 27 chilometri, è stato inaugurato nel 2008. Il suo lancio è stato circondato da paure, con voci sulla possibile creazione di un buco nero che avrebbe inghiottito il mondo che circolava attorno alla macchina. Alla fine nessun buco nero, ma una scoperta eccezionale nel 2012: il bosone di Higgs.
>> Leggi, sul bosone di Higgs: Il bosone di Higgs si comporta come previsto dalla teoria
La particella è responsabile della creazione della materia dopo il Big Bang, e quindi della vita. Peter Higgs, uno degli scienziati che ne teorizzò l’esistenza, si disse “scioccato” da questa scoperta. “Non posso credere che questo possa accadere durante la mia vita.” Morto lo scorso aprile, non vedrà il proseguimento delle ricerche sul bosone.
>> Rileggi: È morto a 94 anni Peter Higgs, il premio Nobel per la fisica che diede il nome a una particella
Un progetto gigantesco
Oggi il CERN continua a voler svelare i misteri dell’universo. L’obiettivo è costruire un nuovo acceleratore di particelle lungo 91 chilometri, il Future Circular Collider (FCC), nel sottosuolo di Ginevra e della Francia entro il 2045.
Come 30 anni fa si critica il gigantismo del progetto. L’impatto ambientale ed economico suscita timori tra la popolazione.
Dal lato del CERN, crediamo che gli esseri umani debbano aumentare la propria conoscenza e comprendere l’universo. “Oggi questa macchina è l’unica identificata per rispondere a queste domande. Dal momento in cui comprendiamo l’obiettivo, […] possiamo accettare che dovremo fare dei sacrifici [le domaine de l’environnement]ma che potrà essere compensato in seguito”, ha sottolineato lo scorso aprile Jean-Paul Burnet, ingegnere responsabile dello studio di fattibilità della FCC.
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Oggetto della radio: Anouk Pernet
Adattamento web: ancora una volta
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