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scuse ufficiali della Canadian Medical Association

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Il gruppo che rappresenta i medici canadesi ha rilasciato delle scuse formali per il danno arrecato ai popoli indigeni dagli operatori sanitari, affermando di “vergognarsi profondamente” e di “assumersi la responsabilità storica” ​​per questioni di razzismo, negligenza e abusi.

Nel corso di una cerimonia di scuse tenutasi a Victoria, nella Columbia Britannica, alla quale hanno partecipato rappresentanti delle comunità delle Prime Nazioni, degli Inuit e dei Métis, la Canadian Medical Association ha dichiarato di essere dispiaciuta per aver perso la fiducia delle comunità indigene e di impegnarsi a fare ammenda.

L’associazione afferma che la sua ricerca ha portato alla luce una storia di danni arrecati dalla professione medica canadese, tra cui il passato oscuro degli ospedali “indiani”, degli esperimenti medici forzati, della sterilizzazione forzata e dell’arresto di bambini.

Il gruppo afferma inoltre che la ricerca ha rivelato un razzismo sistemico nel modo in cui i medici e altri soggetti trattavano i membri delle comunità indigene e l’uso di “termini razzisti e obsoleti”, creando un ambiente sanitario “non sicuro” e segregato.

L’associazione sostiene che le azioni e le omissioni dei medici canadesi hanno creato una profonda sfiducia nei sistemi sanitari della comunità indigena, causando ulteriori danni ai suoi membri.

La dottoressa Alika Lafontaine, prima presidente indigena dell’organizzazione nei suoi 157 anni di storia, ha affermato in un videomessaggio prima delle scuse che “riconoscere la verità è essenziale per sostenere la guarigione, migliorare la salute degli indigeni e riconciliare le relazioni tra i professionisti sanitari indigeni e i pazienti”.

Il gruppo ha inoltre affermato di impegnarsi a monitorare i progressi dei medici nell’affrontare i danni, anche fornendo aggiornamenti regolari sulle iniziative dell’associazione a favore della salute indigena.

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