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Mosella. Sai chi ha denunciato François Mitterrand quando si nascondeva a Metz?

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Mentre era mobilitato sulla linea Maginot, il sergente maggiore Mitterrand fu gravemente ferito a Verdun il 14 giugno 1940. Evacuato in un ospedale militare, fu catturato dai tedeschi e inviato in un campo di prigionieri di guerra, prima allo Stalag IX A Trutzhain, da cui aveva tentato senza successo di fuggire, poi allo Stalag IX-C a Bad Sulza, in Assia.

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Per la sua seconda fuga, “approfittò dell’agitazione che regnava nel campo domenica 30 novembre, giorno dell’arrivo dei contadini locali, per partire con due suoi compagni” ( Cronache della storia : Mitterrand 1998). Giunse a Metz, allora annessa al Terzo Reich, da dove tentò di raggiungere la Francia.

Questa volta si preparò meglio. Fece preparare documenti falsi, si procurò denaro tedesco e biglietti del treno che gli permisero di viaggiare a Francoforte, Saarbrücken e Metz (Institut François Mitterrand)…

“Sulla porta di casa, i proprietari parlano francese”

Dei tre uomini fuggiti dal campo, uno è stato subito ripreso, l’altro ha preso un’altra strada. Mitterrand è arrivato da solo nella cittadina della Mosella. “Si aggira nel quartiere della stazione senza un indirizzo né un contatto” (RL del 9 gennaio 1996). “Spera di trovare l’aiuto di “buoni francesi” per rientrare”. Il suo obiettivo è prendere il treno per Nancy, “dove padre Mansuy accoglie i fuggitivi come parte della rete di suor Hélène gestita da Metz” (RL del 17 maggio 2021).

Nel suo lavoro La promessa (Ed Grasset), Anne Lauvergeon, che ha lavorato come “sherpa” (rappresentante personale responsabile della preparazione dei vertici internazionali) e vicesegretario generale del presidente Mitterrand, torna anche in questa puntata.

È “emaciato e indebolito”, racconta l’autore. “Dopo essere stato impedito due volte dalle pattuglie tedesche di attraversare il confine, decide di riposare in un hotel vicino alla stazione dove i proprietari, sulla soglia, parlano francese nonostante il divieto formale imposto ai tedeschi. Questo gli sembra un buon auspicio”.

Inviato al campo di Boulay

Così il fuggitivo entrò nell’Hotel Cecilia per cercare di dormire qualche ora. Ma nelle prime ore del 2 dicembre 1941, qualcuno bussò alla porta: “Polizei!” Era la Gestapo.

François Mitterrand era troppo sicuro di sé: è stato “il proprietario francese dell’hotel (a) denunciarlo”, continua Anne Lauvergeon nel suo libro. L’albergatrice va ancora oltre. “Pretese di essere pagata per la notte in cui fu arrestato!”

Il futuro Presidente della Repubblica fu mandato nel campo di Boulay, noto per essere molto duro. Da questo nuovo stalag, fuggì dieci giorni dopo, usando la rete di Suor Helen. Questa volta, ci riuscì.

“Lo sapevi? Metz” può essere ascoltato anche come podcast

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