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Aianishkat all’Agorà della Danza

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Già titolare di una carriera densa e diversificata che attinge tanto dal teatro e dal canto quanto dalla performance e dal movimento, l’artista di Pekuakamilnu Soleil Launière potrà aggiungere ai suoi successi, a partire dal 2 ottobre, la presenza sul palco del suo bambino di un anno. Con le quattro rappresentazioni diAianishkat All’Agora de la danse, l’artista multidisciplinare si cimenterà in un delicato rituale intergenerazionale che richiede una preparazione straordinaria.

“A quell’età, i bambini cambiano molto da un mese all’altro!” esclama Soleil Launière in un’intervista a Esci?. “Durante l’ultima residenza creativa, Maé-Nitei era a quattro zampe per la prima volta. Ci adattiamo costantemente [rires]. »

Incinta di sua figlia, l’artista si vedeva già sul palco accanto a lei. Un anno e mezzo dopo, l’Agora de la danse, in coproduzione con la sua compagnia Auen, ospiterà ufficialmente l’ambizioso progetto. Il suo mentore Rasili Botz, “che ha partorito circa trent’anni fa”, e il contrabbassista Émilou Johnson, la cui musica guiderà le azioni diAianishkatcompletano il cast della commedia.

Domare l’incertezza

L’artista ha in mano le linee guida per la performance, le scene che vuole vedere svolgersi, ma la parola d’ordine resta adattamento. “Se decido di sedermi da qualche parte sul palco con Maé-Nitei per cantarle una filastrocca, non posso garantire che rimarrà lì”, spiega Soleil Launière. “L’obiettivo è che lei voglia rimanere sul palco per tutta l’ora, ma dobbiamo prepararci a molti scenari”.

A questo pensiero, l’artista si sente in pace. Il formato insolito diAianishkat non sembra metterle fretta o renderla ansiosa. “Ho una lunga storia di performance art. Ho fatto performance di 24, 19 ore”, dice. “Domani, ne farò una di cinque ore”.

Non possiamo pianificare tutto, ma possiamo collocare le pietre della nostra intenzione, sapere approssimativamente dove metteremo piede.

Un filo che trascina e provoca una caduta, un’illuminazione troppo accecante, il bambino che abbandona il palco dopo cinque minuti, o semplicemente una brutta giornata: ci sono tante possibilità quanti sono i minuti della performance, se non i secondi. Un “percorso performativo” inscritto in un ambiente che può “ricordare l’interno di una pancia” dovrebbe però far venire voglia a Maé-Nitei di interagire con l’ambiente.

Bisogna dire che a soli 15 mesi è già abbastanza a suo agio con i meandri del palco. “Viene ai miei test audio, ai miei spettacoli. Non è mai lontana dalle quinte”, spiega la vincitrice dell’ultimo Francouvertes. “Le piace molto!”

I segmenti cantati rischiano di scivolare Aianishkatci racconta.

Rivelare i “percorsi radice”

La trasmissione intergenerazionale è intrecciata da anni con il lavoro di Soleil Launière e questa volta assumerà semplicemente una nuova veste. “Il mio album [Taueu] è molto multigenerazionale. Iniziamo con la poesia di Josephine Bacon e finiamo con il cuore del mio bambino nella mia pancia.”

Voglio vedere queste connessioni prendere vita sul palco. È sempre attraverso l’arte che ho attinto a me stessa per creare la mia spiritualità, i miei rituali. Trasmettere la mia cultura a mia figlia significa anche includerla nella mia arte, introdurla a questi spazi.

L’artista afferma di volere “qualcosa di dolce”. Dopo essersi concentrata molto sul trauma intergenerazionale attraverso il suo lavoro, è ora il momento della guarigione intergenerazionale. Una guarigione che avviene tramite trasmissione, da qui la convinzione di Soleil Launière che “la fine del mondo è smettere di avere figli”.

Ben consapevole degli shock che questa visione può creare in certe frange dei movimenti ambientalisti, continua: “Tra le Prime Nazioni, non parliamo mai della fine del mondo. Come possiamo parlare della fine del mondo quando siamo già stati distrutti in così tanti modi? Ora, lo stiamo rivivendo.”

Biglietti per spettacoli diAianishkat del 2, 3, 4 e 5 ottobre sono disponibili qui.


* Questo articolo è stato realizzato in collaborazione con Agora de la danse.

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