IOLo ha annunciato, lo ha voluto la maggioranza degli elettori: fin dai primi giorni del suo mandato, Donald Trump ha guidato uno sconvolgimento statale, morale e sociale negli Stati Uniti. Nel suo discorso inaugurale, lunedì 20 gennaio, ha promesso a “rivoluzione del buon senso”. Termini antinomici che delineano una reazione conservatrice ad alcuni recenti sviluppi nella società americana, in particolare il riconoscimento e la promozione della diversità sessuale e razziale. Questa reazione è accompagnata da un neolinguaggio populista visto in altri paesi, che sostituisce i fatti con la ripetizione di slogan.
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Niente lo dimostra più della grazia presidenziale concessa a tutti i 1.500 rivoltosi – “gli ostaggi” – dal 6 gennaio 2021 in Campidoglio, salvo poche eccezioni. C’erano pochi dubbi sulle intenzioni di Donald Trump. Per quattro anni, grazie a potenti mezzi mediatici, aveva promosso l’idea che i colpevoli di questa insurrezione fossero le vittime. Ma la decisione di graziare anche gli autori delle violenze contro i 140 agenti di polizia feriti rappresenta il segnale più forte di questo inizio di mandato. Secondo il sito Axiossarebbe stata presa “all’ultimo minuto”accolto da questa frase del presidente, riportata da un consigliere: “Che diavolo. Liberateli tutti. »
Questa decisione, criticata dal 58% degli americani secondo un sondaggio Reuters, ha causato disordini tra molti funzionari eletti repubblicani al Congresso. Il principale sindacato di polizia – Fraternal Order of Police – si è sentito commosso da questa grazia generale, a beneficio in particolare di 174 persone condannate per aver attaccato la polizia con oggetti pericolosi o addirittura letali. Gli esperti di violenza estremista sono allarmati dall’invito a recidivare o ad agire da parte di individui o gruppi armati che si sentono protetti dalla benevolenza della Casa Bianca. “Lo Stato di diritto è morto”Lo ha detto mercoledì con amarezza alla CNN Michael Fanone, un agente della polizia di Washington che difendeva il Campidoglio.
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