Erano previste le dimissioni di Herzi Halevi. Si tratta dell’ammissione di un fallimento immenso: non essere riusciti a impedire l’attacco del 7 ottobre compiuto da Hamas – il peggior massacro della storia del Paese, con circa 1.200 vittime. “La mia responsabilità per questo terribile fallimento mi accompagna ogni giorno, ogni ora, e rimarrà con me per il resto della mia vita”si legge nella sua lettera di dimissioni, pubblicata martedì 21 gennaio. Lascerà l’incarico il 6 marzo.
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Il capo di stato maggiore, 57 anni, di cui quaranta nell’esercito, è entrato in carica nel gennaio 2023. È il primo ufficiale di alto rango di origine ebraica ortodossa a raggiungere i vertici dell’istituzione militare, un organismo dove la sinistra laburista ha da tempo dominante. È anche il primo in questa posizione a risiedere in un insediamento della Cisgiordania, proprio al confine del territorio israeliano. Nel frattempo anche Yaron Finkelman, capo del Southern Region Command, responsabile della Striscia di Gaza, ha annunciato le sue dimissioni, per le stesse ragioni, ma senza fornire una data precisa per la sua partenza.
Come quasi tutti i funzionari dell’esercito e dei servizi segreti, per non parlare del personale politico, Herzi Halevi non ha mai creduto ad un attacco massiccio di Hamas, anche se le truppe del movimento islamico palestinese si addestravano sotto gli occhi delle sentinelle di stanza intorno a Gaza. Il piano stesso dell’attacco, che descriveva con sorprendente precisione il corso delle operazioni future, era stato tuttavia ottenuto dai servizi segreti un anno prima del 7 ottobre.
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