Su una collina che sovrasta la prigione militare israeliana di Ofer, in Cisgiordania, sono decine in attesa della liberazione dei detenuti palestinesi, prevista per la sera del primo giorno della tregua tra Israele e Hamas.
Sulle alture di Beitunia, un tranquillo sobborgo di Ramallah, questi insoliti spettatori lanciano esclamazioni ogni volta che credono di percepire un movimento vicino al complesso carcerario, ben visibile in basso.
Con il calare della notte si avverte un freddo pungente. Alcuni hanno acceso dei fuochi per scaldarsi mentre continuava l’attesa che gli oltre 90 detenuti, in maggioranza donne e bambini, venissero liberati in cambio dei tre ostaggi israeliani liberati nel pomeriggio a Gaza dal movimento islamista palestinese.
Tra le centinaia di prigionieri palestinesi di cui era previsto il rilascio durante i quarantadue giorni della prima fase del cessate il fuoco, un numero molto elevato è stato posto in detenzione amministrativa, un regime che consente alle persone di essere incarcerate senza dover affrontare alcuna accusa. contro di loro siano loro comunicati.
L’elenco dei rilasci include anche più di 200 prigionieri che scontano l’ergastolo per aver commesso o partecipato ad attacchi in cui sono stati uccisi israeliani.
In una rotonda cittadina, vicino alla strada che porta al carcere, si sono radunate centinaia di persone, sperando di essere le prime ad accogliere i prigionieri. Hanno portato bandiere palestinesi e altre del movimento islamico Hamas e hanno cantato per passare il tempo.
