Due uomini sono stati condannati dal tribunale di Limoges per aver nascosto e consegnato droga ai consumatori. Questi ultimi hanno ordinato i farmaci online e se li sono fatti recapitare a domicilio. Questo nuovo metodo si sta diffondendo in tutta la Francia e complica la lotta contro il traffico di droga.
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Il 3 gennaio 2025, intorno alle 17:30, gli agenti di polizia della BAC erano di pattuglia vicino alla stazione di Limoges Bénédictins. Sono arrivate diverse segnalazioni da parte dei residenti riguardo al traffico di droga in questa zona. La squadra di polizia nota un veicolo disposto in doppia fila, osserva la scena: una donna si avvicina a questa vettura ed effettua uno scambio con l’autista. La polizia capisce di avere a che fare con un fattorino di narcotici, azienda comunemente chiamata “Ubercoke”, e decide di controllare l’autista.
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L’uomo, 25 anni, era in possesso di una bottiglia di cocaina e 350 euro. È stato perquisito anche il veicolo: sono stati rinvenuti cinque grammi di cocaina e la somma di 1.930 euro in contanti. L’autista è stato immediatamente portato alla stazione di polizia dove è stato preso in custodia.
Subentrano allora gli agenti della Polizia Antidroga: si recano a casa del fattorino per una perquisizione. È suo fratello, 26 anni, ad aprire la porta dell’appartamento. Sul posto sono stati rinvenuti altri 1.115 euro, 250 grammi di resina di cannabis e 22 grammi di erba di cannabis. Anche l’altro uomo è stato arrestato e preso in custodia.
Il fatturato del fattorino viene poi stimato dagli investigatori in 800 euro al giorno.
I due fratelli sono stati poi presentati alla procura di Limoges e deferiti nell’ambito della procedura di “dichiarazione di colpevolezza”.
Il primo arrestato, arrestato nel bel mezzo di un parto, è stato condannato a dodici mesi di reclusione sotto sorveglianza, di cui sei mesi con sospensione condizionale di due anni, oltre al servizio socialmente utile. Il suo complice è stato condannato a sei mesi di reclusione con sospensione della pena.
L’arresto dei due uomini non è che il riflesso di un fenomeno sempre più diffuso in Francia, l’uberizzazione del narcotraffico. “Limoges non sfugge a questo fenomeno”, si rammarica Yannick Salabert, commissario generale, direttore del dipartimento di pubblica sicurezza dell’Haute-Vienne. Traffico che è presente da quattro anni, e che è aumentato negli ultimi due anni.
“Si tratta di persone a volte completamente sconosciute ai nostri servizi di polizia, che acquisteranno cocaina in punti vendita fissi soprattutto nelle grandi città, per poi sviluppare il proprio modello di droga, nei quartieri in cui la droga è meno conosciuta… o addirittura piccoli villaggi”, osserva.
Avranno clienti sui social network come Telegram o Snapchat. Costruiranno la propria clientela.
Yannick Salabertcommissario generale, direttore dipartimentale della pubblica sicurezza dell’Haute-Vienne
Questo nuovo sistema online consente ai clienti di ordinare e farsi recapitare gli stupefacenti a domicilio limitando così i rischi. Secondo Yannick Salabert anche i ruoli sono ben definiti: una persona si occupa sia dell’approvvigionamento che della raccolta dei soldi dal cliente mentre l’altra si occuperà solo della consegna.
Nel caso dei due condannati “Uno riceveva soldi ogni dieci chilometri, esattamente come il modello Uber. Questo permette di smembrare il traffico di droga in cellule che non hanno alcun legame tra loro. È una sorta di moltiplicazione dei luoghi per gli affari virtuali, in pratica si erano creati dei propri fare affari in proprio, senza essere pericolosi criminali”.
Yannick Salabert richiama l’attenzione anche sul nuovo profilo dei dealer che “Forse non avrebbero pensato a vendere la droga, e ora ci stanno pensando, perché è diventato molto facile, attraverso i social media.”