La Germania sostiene il pragmatismo dopo la stretta di mano rifiutata al suo ministro da Ahmed el-Chareh

La Germania sostiene il pragmatismo dopo la stretta di mano rifiutata al suo ministro da Ahmed el-Chareh
La Germania sostiene il pragmatismo dopo la stretta di mano rifiutata al suo ministro da Ahmed el-Chareh
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Di Le Figaro con AFP

Pubblicato
6 gennaio alle 15:32,

aggiornato 6 gennaio alle 15:41


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Come è consuetudine per alcuni musulmani severi, il nuovo leader siriano l’ha salutata mettendosi la mano sul petto.

Lunedì 6 gennaio il governo tedesco ha sostenuto un approccio pragmatico alla transizione in Siria, dopo il rifiuto del nuovo uomo forte di Damasco di stringere la mano venerdì al ministro degli Esteri Annalena Baerbock. Hanno fatto il giro dei social network le immagini dell’accoglienza senza contatto fisico data da Ahmed el-Chareh al capo della diplomazia tedesca. Come è consuetudine per alcuni musulmani severi, il leader l’ha salutata mettendosi la mano sul petto, dopo aver afferrato con la punta delle dita quella del suo omologo francese Jean-Noël Barrot. Questo gesto ha avuto una risonanza particolare nel momento in cui Annalena Baerbock è venuta a Damasco per difendere i diritti delle donne.

“Dimostra con chi abbiamo a che fare in questo momento.”ha risposto il portavoce del ministero, Christian Wagner, interrogato lunedì nel corso di una regolare conferenza stampa. “Non possiamo parlare solo alle persone, su scala globale, di cui condividiamo completamente i valori e le opinioni”ha comunque difeso. Se “Oggi si pongono molte domande sulla gestione” Che succede signore? “l’interesse della Germania e dell’Europa” è di“sostenere il processo” di transizione e“esprimere chiaramente le nostre aspettative”disse di nuovo.

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La stessa Annalena Baerbock ha reagito brevemente all’episodio, spiegando venerdì ai giornalisti: “Appena arrivato ho capito che non ci sarebbe stata una normale stretta di mano, ma era altrettanto chiaro che non solo io, ma anche il ministro degli Esteri francese non condividevamo questa opinione”. Da parte sua, il ministro francese ha sottolineato domenica che avrebbe “preferito» che il nuovo leader siriano abbia accettato di stringere la mano al suo omologo tedesco, pur credendo che non fosse così “l’oggetto” della visita. La visita a Damasco dei due ministri è stata la prima a questo livello tra funzionari delle grandi potenze occidentali e quella che ha preso le redini del Paese l’8 dicembre, dopo la fuga del presidente Assad.


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