EPoiché gli scienziati del clima lavorano sugli eventi meteorologici estremi e sui vari modi in cui i cambiamenti climatici li influenzano, veniamo regolarmente contattati dai media quando si verificano eventi ad alto impatto. Le ultime: il passaggio del ciclone Chido a Mayotte il 14 dicembre, o le intense precipitazioni a Valencia, in Spagna, alla fine di ottobre.
Se esistesse un consenso scientifico sul fatto che il riscaldamento globale dovuto alle emissioni di gas serra aggrava alcuni eventi meteorologici estremi, sarebbe semplicistico attribuire la gravità dei danni materiali e umani esclusivamente al cambiamento climatico. Ciò distoglierebbe l’attenzione da altre importanti cause e responsabilità legate alla vulnerabilità delle popolazioni e delle infrastrutture. La tragedia di Mayotte dovrebbe quindi metterci in allarme, in quanto il governo francese ha presentato, in ottobre, il suo terzo piano nazionale di adattamento al cambiamento climatico.
In che modo i cambiamenti climatici influenzano la frequenza e l’intensità degli eventi osservati? Questa domanda viene affrontata dai climatologi nel quadro della scienza dell’attribuzione di eventi estremi. Gli studi di attribuzione mostrano, ad esempio, che le ondate di caldo negli ultimi anni sono state rese più probabili e più intense dai cambiamenti climatici.
Vulnerabilità preesistente
Per alcuni eventi estremi, l’attribuzione al cambiamento climatico è più complessa, ma la letteratura scientifica – riassunta nei rapporti dell’IPCC – ci racconta le tendenze generali di un clima in riscaldamento. Per quanto riguarda i cicloni tropicali, ad esempio, gli studi sull’attribuzione sono generalmente inconcludenti, ma è noto che i cambiamenti climatici aumentano l’intensità delle loro precipitazioni.
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Tuttavia, i danni umani e materiali causati da un disastro climatico non sono mai solo il risultato dell’evento climatico estremo. Si verificano quando un tale evento si combina con una vulnerabilità preesistente, ad esempio popolazioni in situazione di precarietà economica e sociale, anziani, giovani e/o in cattive condizioni di salute, infrastrutture scarsamente adattate, servizi sanitari e di emergenza scarsamente attrezzati o poco equipaggiato.
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