Cos’è il prescrizione museale ? Si tratta di un dispositivo che consente a un caregiver o a un assistente sociale di prescrivere a visita al museocome parte del monitoraggio terapeutico o sociale di una persona. Ideato in Canada nel 2018 dal Museo delle Belle Arti di Montreal, il programma è ora testato in diversi musei del mondo e arriva in Francia, inIL Yvelines. In effetti, il Dipartimento dell’Ile-de-France Occidentale è la prima comunità francese a implementare questo sistema sul suo territorio.
Il 5 dicembre è stata avviata l’amministrazione dipartimentale SolYmuséesun programma che unisce cultura e salute. In questo propone quindi l’implementazione delle prescrizioni museali utilizzando libretti di prescrizione che fungono da ingressi gratuiti. Gli operatori sanitari associati al programma possono scegliere tra 18 luoghi culturali della regione verso cui indirizzare i propri pazienti. Tra questi troviamo la Villa Savoye a Poissy, il casa Triolet-Aragona a Saint-Arnoult-en-Yvelines o il Museo Archeologico Nazionale di Saint-Germain-en-Laye.
Sono stati osservati effetti benefici sui pazienti
“Nel campo della salute la cultura, senza essere curativa, può contribuire fortemente alla qualità della vita delle persone che soffrono”anticipo Giuseppina Kollmannsbergervicepresidente del Dipartimento, delegato alla Cultura e al Turismo. Dall’inizio dell’esperimento“del effetti benefici si osservano in casi di patologie legate allo stress, disturbi della personalità e in pazienti affetti da dolore fisico o morale”passiamo al Consiglio dipartimentale degli Yvelines.
Oggi, una vasta gamma di operatori sanitari (infermiere, medico, psicologo) e alcuni supporti sociali rilasciano prescrizioni museali. Il sistema è aperto a qualsiasi professionista del servizio pubblico sanitario o sociale che desideri aderirvi (via e-mail: [email protected]). “Il programma SolYmusées riflette due obiettivi della nostra politica dipartimentale: da un lato, rendere la cultura il più accessibile possibile a tutti […]e, dall’altro, fare della cultura un fattore di benessere“, augura Joséphine Kollmannsberger.