Lontana dalle turpitudine della Francia, la Corsica gode di una semplicità di vita che ha affascinato Papa Francesco. Un’isola che non smette mai di lottare per restare se stessa, sia nel culto delle sue qualità che nella sua “distinta” criminalità…
Lungi da me mitizzare la Corsica dimenticando la violenza, gli omicidi, gli assassinii e il terrorismo che hanno tragicamente lutto famiglie e deragliato questa magnifica isola.
Antiche virtù…
Ma come non rimanere colpiti dall'empatia e da una forma di stima, addirittura di rispetto, che i francesi provano sempre di più per la vita in Corsica, la sua grandezza, il suo onore, le sue antiche virtù?
Questo papa ostinato, che preferì la fede popolare e questo immenso e intenso fervore corso alla solennità ufficiale altrimenti splendida di Notre-Dame de Paris, indubbiamente capì tutto ciò che c'è di unico in questo territorio, questa fede ingenua e senza pretese nei simboli religiosi e l'evidente rapporto tra Cattolicesimo con quest'isola. Niente più scetticismo dotto, nessuna concezione fondamentalista della laicità, nessun rifiuto degli asili nido, nessuna volontà di sradicare tutto ciò che direttamente o indirettamente rimanda alle origini cristiane della Francia. La Corsica mi è apparsa in questi ultimi giorni come la rivincita dell'emozione semplice, spontanea, felice di esprimersi senza la minima vergogna né la minima riserva, sulla razionalità contenta di se stessa.
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Come ignorare il culto di queste qualità che a volte erano così interiorizzate da non aver bisogno di parole, da aver bisogno solo di questi volti e di queste mani accordate? Fiducia, lealtà, amicizia, gusto e tutela dell'infanzia, dignità, attenzione all'anziano e al suo vissuto.
Lì l’identità non è una parolaccia
Per molto tempo, in termini di sicurezza, in Corsica c'è stata gente che non è stata toccata. Gli stupri erano inesistenti e i bambini erano sacri. Anche gli anziani. Una sorta di immunità lasciava al sicuro tutto ciò che riguardava la vita intima e l’esistenza familiare. I delitti e i crimini si trovavano in un altro mondo, in un'altra sfera. Le cose sono un po' cambiate, dicono, ma continuo a pensare che la Corsica sfugga ancora a questa terrificante deriva dal continente dove non esistono limiti, dove non ci sono freni alla liberazione dei peggiori istinti. Con una precocità sempre più osservata e una tegocrazia che nulla si ferma, e non solo nel campo della droga e del narcotraffico.
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La Corsica non smette mai di lottare per restare se stessa. Lì l'identità non è una parolaccia. Ricordiamo alcuni incidenti, scontri nelle città, sulle spiagge, dove per difendere la loro comunità contro coloro che pretendevano di imporre la loro legge e la loro forza, i corsi uniti hanno messo il bando. E gli avvertimenti sono stati compresi. Laddove il continente troppo spesso cede per debolezza o fatalismo, la Corsica è troppo orgogliosa di ciò che è per lasciare che ciò che la costituisce vada perduto. Con la consapevolezza che la sua resistenza è legittima.
Non spingerò la provocazione fino a considerare che anche nella criminalità corsa permangano elementi che la contraddistinguono. Non bisogna abusare di questo taglio troppo francese, coltivato dai media, che cerca di dare lustro a ciò che è odioso o ignobile.
Non abbiamo bisogno di questo per amare la Corsica, la sua popolazione, questi esseri a volte dall'aspetto oscuro, che non si arrendono alla facile gentilezza ma aspettano che il tempo abbia costruito, dimostrato, fatto il suo lavoro. Ma allora è per la vita! La Corsica è una Francia che non ha ancora preso l’abitudine di piegarsi. Lungi dall’essere obsoleto, spero che annunci ciò che un giorno potremo diventare di nuovo. Se i numerosi turisti che si recano lì e ammirano i suoi magnifici paesaggi e i suoi incredibili punti panoramici potessero assorbire anche quella che non esito a chiamare la sua moralità, guadagnerebbero in vera umanità.
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