In Svizzera un terzo del cibo finisce nella spazzatura. Di fronte a questa constatazione, il Consiglio federale vuole dimezzare le perdite alimentari entro il 2030. Punto J si chiede quali soluzioni concrete possano essere messe in atto da imprese, ristoranti e consumatori.
“Sprechiamo 2,8 milioni di tonnellate all’anno lungo l’intera catena alimentare”, afferma Rebecca Eggenberger, responsabile alimentare della Fédération romande des consommateurs. Le famiglie sono le più grandi sprecatrici: buttano via una media di 90 chili di cibo a persona all’anno.
A livello domestico, sono piuttosto le verdure fresche, il pane e la frutta esotica, ma anche le verdure di conservazione ad essere sprecate maggiormente. Se siamo interessati al settore della trasformazione, è più probabile che si tratti di formaggi, siero di latte o prodotti da forno.
“Lo spreco alimentare è un ambito di cui la politica e le autorità devono interessarsi e farsi carico, come molti altri ambiti di consumo”, ritiene Rebecca Eggenberger. Il Consiglio federale ha inoltre annunciato che le imprese potrebbero essere sanzionate se non si impegneranno ulteriormente entro il 2025.
Quali soluzioni esistono per ridurre lo spreco alimentare su scala individuale e collettiva?
Jessica Vial e il team di Point J
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