I due siti si fronteggiano ai lati dell'autostrada A21 che costeggia Denain (Nord), a sud-ovest della città. Come simbolo di questa ex capitale del carbone, poi dell'acciaio, divisa tra la speranza di rinnovamento economico e la paura del ritorno della deindustrializzazione. Da un lato c’è la fabbrica ArcelorMittal, il cui centro servizi, che produce lamiere d’acciaio, è minacciato di chiusura dal gigante mondiale dell’acciaio. Dall’altro, l’ex zona desolata di Usinor, diventata zona di sviluppo concertato (ZAC) di Pierres Blanches, dove l’armatore e logista danese si è appena insediato in un nuovo magazzino di 100.000 metri quadrati Maersk. Quest'ultima fornisce le sue 103 banchine di carico all'imperatore americano dell'e-commerce, Amazon.
L'annuncio, il 25 novembre, da parte di ArcelorMittal della chiusura, prevista per l'estate 2025, dei suoi centri servizi di Reims (Marna) e Denain ha gettato nella rabbia e nello sgomento la città del nord. Un altro piano sociale nell'elenco di quelli che colpiranno l'industria francese alla fine dell'anno. Qui sono minacciati 24 posti di lavoro e 113 a Reims, con solo diciannove riclassificazioni interne promesse per il momento dalla direzione.
I lavoratori della multinazionale hanno già organizzato due giornate di mobilitazione, il 26 novembre e il 4 dicembre, per chiedere il mantenimento dell'attività e dei posti di lavoro. “A ottobre la direzione ci ha detto che i risultati erano buoni, che il semaforo era verde e un mese dopo abbiamo chiuso. Non ha alcun senso.”spiega Clément Thiéry, tecnico della manutenzione a Denain, 36 anni, di cui dodici con anzianità in fabbrica.
ArcelorMittal dice di sì “costretti a riorganizzarsi”in modo da “sostenere le attività degli altri siti produttivi”. La causa è la crisi della domanda in Europa, la concorrenza dell'acciaio asiatico e le minacce di protezionismo negli Stati Uniti con il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump. Ma questa logica non convince i sindacati, che sospettano che la multinazionale voglia delocalizzare le proprie attività in Europa in India e Brasile, paesi in pieno sviluppo.
Per la città di Denain e i suoi 20.000 abitanti l’annuncio è duro. “È una mazza”spiega la sindaca socialista Anne-Lise Dufour-Tonini. “Abbiamo fatto lavori da milioni di euro per garantire che un’autostrada serva la zona di Arcelor, contemporaneamente all’area ex Usinor. E mettiamo tutto da parte. Non può succedere così.”stima il consigliere comunale, che vuole “richiesta conti” alla società.
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