Diritti sociali
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Due anni dopo la depenalizzazione della prostituzione, il Belgio è appena diventato il primo paese al mondo a introdurre una vera protezione sociale per le lavoratrici del sesso. Un passo avanti atteso da tempo e accolto con grande favore dalle associazioni di base.
Occhiali rettangolari sul naso, Manon (1) scorre le foto della sua pancia rotonda sul telefono. “Ecco, ero incinta di otto mesi. Stavo ancora lavorando”ricorda il trentenne, indicando l’immagine. Nel soggiorno alle sue spalle, due imponenti candele illuminano l’albero di Natale. Manon aveva 19 anni quando iniziò a lavorare come prostituta in Vallonia, in un bar vetrina. A quel tempo, i suoi contratti menzionavano che era una cameriera. “I miei capi avevano ragione, ma in termini di protezione sociale è stato catastroficosussurra la madre 33enne. Quando ero incinta, mi hanno fatto firmare una violazione del contratto. E in caso di malattia non venivo pagato”.
Condizioni “deleterio”che le lavoratrici del sesso non dovranno più sopportare. Domenica 1 dicembre, il Belgio è diventato il primo Paese al mondo a offrire loro un vero contratto di lavoro, due anni dopo aver depenalizzato la prostituzione nel 2022. Per la prima volta, le prostitute a contratto – la legge non riguarda le lavoratrici autonome – potranno poter contribuire alla pensione, ma anche usufruire di congedi retribuiti, congedi di maternità o addirittura ricevere disoccupazione. “È una vittoria molto grande”da Daan Bauwens, regista d
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