“Nella squadra francese mi sono sempre lasciato trasportare” – Libération

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Affare Stoccolma, PSG, rapporto con i Blues… Per la prima volta in un anno, l'attaccante ha parlato questa domenica, 8 dicembre sera. Un esercizio di stile durante il quale non ha dato spiegazioni sulle difficoltà sportive incontrate al Real Madrid.

Un anno da quando non parlava al di fuori delle conferenze stampa dei Blues. Questa domenica, 8 dicembre, il capitano della Francia, Kylian Mbappé, è intervenuto a lungo su Canal + nell'ambito del programma Cricca e si è offerto una sorta di esercizio di (grande) stile panoramico, con un'intensità e una vivacità d'animo che gli permettevano di portare avanti il ​​pezzo qualunque cosa dicesse.

Nel merito, però, c'è qualcosa di cui lamentarsi. Un'ora di trasmissione e nemmeno la minima traccia di spiegazione sulle difficoltà sportive in cui si dibatte, difficoltà ora pubblicamente diagnosticate dal suo allenatore al Real Madrid, Carlo Ancelotti: “Il Real era un sogno d’infanzia. Ho sempre sognato di giocare lì. Ci sono andato con lo spirito di scoprire qualcos'altro, l'equivalente di un salto nell'ignoto. Non avevo mai lasciato la Francia. Me lo sono detto parlando la lingua [ce qu’il a fait bien avant de signer à Madrid, ndlr], mi avrebbe aiutato. Ma non basta. Parliamo di adattamento, di un’altra cultura, di cose da capire… Le persone ci vedono come dei robot. Accendono la TV nel fine settimana, guardano cosa succede, spengono la TV e la riaccendono il fine settimana successivo. Per loro esistiamo solo in quel momento; come cerchi robotici. Ma i giocatori sono esseri umani. Hanno punti di forza, di debolezza, dubbi, a volte mancano di fiducia… Devo connettermi a un nuovo clima, a un nuovo ambiente. Ho sempre voluto sapere dove ero, con chi e come. Sto imparando. Dopo sono abituato alla gente che parla di me. Ma quando i propri cari vengono colpiti… È più un effetto boomerang. Sentono parlare di burnout, depressione… lascialo dov'è, depressione. Stiamo parlando di una malattia, di qualcosa di grave. Non scherzare con quello. E da non confondere con stanchezza, stanchezza o delusione sportiva. Ci sono battaglie difficili da combattere”.

“Forse ho sbagliato a confondere tutto”

Per il resto possiamo isolare tre punti salienti. Il primo riguarda il caso Stoccolma, secondo cui alcuni giornali svedesi lo avrebbero implicato in un caso di violenza sessuale avvenuta nell'albergo dove alloggiava il giocatore. “Avevo cinque giorni liberi, pensavo di andare altrove, in un posto con più visibilità mediatica [que la Suède] ma l'allenatore [Ancelotti] mi ha consigliato di trovare una base più discreta. Sono rimasto sorpreso di essere stato coinvolto dalla stampa, non me lo aspettavo anche se ovviamente avevo capito da tempo che sarebbero arrivate cose imprevedibili nella mia vita. Non ho ricevuto nessuna lettera, nessuna denuncia ufficiale. Niente. Quindi non lo sono [aujourd’hui] non preoccupato. Se sarò convocato [par un juge ou la police]certo che ci andrei. Da allora ho parlato diverse volte con la persona con cui ero quella notte. Non so nemmeno se stiamo parlando di lei [dans l’affaire de violences sexuelles]»

La seconda riguarda il Paris-SG e i suoi rapporti con il Qatar, in un contesto in cui il giocatore chiede al suo ex club 55 milioni di euro tra stipendi non pagati e bonus vari. “Forse ho commesso l’errore di confondere tutto durante i miei ultimi mesi lì. Ero in conflitto con alcune persone [le président Nasser al-Khelaïfi dans les faits, que Mbappé ne cite jamais] ma né con i tifosi, né con le persone che lavoravano quotidianamente nella società, né con i miei compagni. E avrei dovuto trasmettere quell'idea molto meglio. Quando sono andato all'Eliseo [le 27 février] durante la cena alla quale ha partecipato Sua Maestà l'Emiro del Qatar [Tamim Ben Hamad Al-Thani], Per strada ho sentito alla radio che stava per farmi un'offerta che non potevo rifiutare di prolungare il mio contratto con il club. Ma avevo già avuto delle offerte “che non potevo rifiutare”, e le avevo rifiutate. Quando sono arrivato e ci siamo salutati, l’emiro mi ha sussurrato all’orecchio: “Hai deciso di partire e lo rispetto, ti ringrazio per avermi prolungato [en 2022] e di aver giocato il Mondiale in Qatar con i colori del club parigino e io ci sarò sempre per voi”. Non è “Kylian contro il Qatar”. Non è mai successo così”. Un modo per riportare l'attenzione sul suo unico vero aguzzino, a dirla tutta: Nasser al-Khelaïfi.

“Ho lasciato il naso lì”

Mbappé, tuttavia, ha indicato che sarebbe stato pronto a restare al club la scorsa stagione se il suo fratellino Etan, vittima collaterale della partenza di Kylian per Madrid da quando il Paris-SG lo ha licenziato immediatamente, gli avesse chiesto di farlo. Ciò che l’attuale attaccante del Lille non ha fatto. Ultimo punto degno di nota: i Blues. A proposito del quale Mbappé ha affermato di non aver mai realmente voluto la fascia da capitano che il tecnico Didier Deschamps gli regalò nel marzo 2023: su questo punto preciso sembra ancora che l'attaccante del Real rivisiti allegramente il modo in cui si sono svolti i fatti. Mbappé, invece, ha confermato che la sua eliminazione nel comizio di novembre è stata decisa da Deschamps, e che non ha dovuto esprimersi per ragioni proprie dell'allenatore. Più in generale, ha spiegato di essersi preso molto, moltissimo, nel contesto francese, senza capire bene perché fosse stato lui il primo a soffrire. “Ho lasciato lì anche il naso [lors du dernier Euro, après un contact contre un défenseur autrichien]. Sento spesso che non mi interessa della Francia, ma cosa? A volte sono andato lì non al 100% e ho dato quello che avevo da dare. Durante Euro 2021 la gente ha mentito su di me dal primo all’ultimo giorno. E mi sono sempre permesso di farlo. Perché era la squadra francese”.

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