La difesa di Saïd Naciri contesta la legalità delle procedure

La difesa di Saïd Naciri contesta la legalità delle procedure
La difesa di Saïd Naciri contesta la legalità delle procedure
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Durante l’udienza di questo venerdì 29 novembre nell’ambito del processo sul cosiddetto caso “Escobar del Sahara”, la difesa di Saïd Naciri ha evidenziato diverse irregolarità nelle procedure condotte dalla Brigata Nazionale della Polizia Giudiziaria (BNPJ). Queste sfide riguardano in particolare la legalità delle intercettazioni telefoniche e l’accesso ai conti bancari degli imputati.

Il processo “Escobar du Sahara”, nel quale sono coinvolti in particolare Saïd Naciri e Abdel Nabi Bioui (ex presidente del Consiglio regionale dell’Oriente), è proseguito venerdì 29 novembre presso la Camera penale della Corte d’appello di Casablanca.

La difesa di Saïd Naciri ha evidenziato diverse irregolarità procedurali nel corso di questa udienza, mettendo in dubbio la legalità degli elementi dell’indagine a suo carico. L’avvocato Mohamed Hassi ha così formulato una richiesta di nullità dei verbali redatti dalla Brigata Nazionale di Polizia Giudiziaria (BNPJ), evidenziando vizi formali nel modo in cui si è svolta l’indagine.

Inoltre, un altro punto contestato dalla difesa riguarda l’intercettazione delle comunicazioni telefoniche. Secondo Me Hassi, questa misura è stata eseguita senza rispettare le formalità legali, in particolare ottenendo l’autorizzazione preventiva del procuratore generale, condizione necessaria prima di qualsiasi intervento. L’avvocato ha chiarito che il procuratore generale può concedere tale autorizzazione solo dopo aver ottenuto l’accordo del presidente della corte d’appello, cosa che nel caso di specie non sarebbe avvenuta.

La difesa ha criticato anche le perquisizioni effettuate presso l’abitazione di Saïd Naciri, sulla base dell’articolo 108 del codice di procedura penale, che garantisce l’inviolabilità del domicilio. Secondo l’avvocato non è possibile effettuare alcuna perquisizione senza un mandato giudiziario, cosa che in questo caso non sarebbe avvenuta. Me Hassi ha inoltre ricordato che le convenzioni internazionali sui diritti umani prevedono una tutela rafforzata della vita privata, eccezione che deve basarsi solo su una legge chiara e precisa.

Inoltre la difesa ha affrontato la questione dell’accesso ai conti bancari di Naciri, provvedimento adottato nell’ambito delle indagini. L’avvocato ha insistito sul fatto che questo passo è stato compiuto senza il previo consenso dell’imputato o dei suoi parenti, sottolineando che tali informazioni finanziarie non potevano essere divulgate senza rispettare un rigido quadro giuridico. Ha criticato la polizia per aver rivelato segreti bancari durante le indagini preliminari, anche prima dell’apertura ufficiale del processo, cosa che, secondo lei, ha minato la presunzione di innocenza di Naciri.

Va ricordato che la Sezione Penale della Corte d’Appello di Casablanca ha deciso, martedì scorso, di rinviare la pronuncia sulle prime richieste della difesa di Saïd Naciri, relative alla citazione di Ahmed Ben Brahim detto “il Maliano”, il la cantante Latifa Raafat, l’ex presidente del CAF, Ahmad Ahmad nonché le richieste di convocazione di Hicham Ait Menna, attuale presidente del Wydad Club, e altre personalità come il leader pamista Salaheddine Aboulghali.

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