A due mesi di distanza è ferma la sentenza contro Moustapha Diakhaté emessa dal tribunale di Dakar per flagranza di reato. L’ex presidente del Gruppo parlamentare Benno bokk yaakaar (Bby) respinge le accuse mosse contro di lui.Di Amadou MBODJI –
Moustapha Diakhate viene condannato a due mesi di carcere. Processato ieri, l’ex deputato è stato dichiarato, dal Tribunale di flagranza di reato di Dakar, “colpevole dei reati di ingiurie attraverso un sistema informatico e di discorso contrario ai buoni costumi”.
Davanti al bar, l’ex presidente del gruppo parlamentare della coalizione Benno bokk yaakaar ha smentito le accuse contro di lui. Posto sotto mandato d’arresto dopo aver definito i senegalesi un “popolo maledetto”, ha voluto chiarire il senso delle sue parole.
“Sono stato invitato ad uno spettacolo e ho parlato di “Gallou doff dou téreu” e “Alkou”. Sono accusato di insulti, cosa che non ho mai fatto. Per me “Alkou” significa una grande disgrazia o una maledizione. Le parole non hanno un significato fisso, hanno degli usi e io attribuisco loro un significato particolare. Mi è stato detto che queste parole sono state dette 27.000 volte, non è mia responsabilità. Non sono un insultatore. Quello che volevo dire nello spettacolo è che coloro che hanno dato la maggioranza a questo partito (Pastef) stanno danneggiando il Paese, e stanno danneggiando se stessi, così come quelli che votano per loro”, ha detto.
Il pubblico ministero aveva precedentemente chiesto contro Moustapha Diakhaté una condanna a un anno di reclusione, di cui sei mesi, accompagnata da una multa di 300.000 franchi CFA.
Un mese impegnativo per Cheikh Thiam
Parlando di Cheikh Thiam alias Ambasciatore, è stato mandato in prigione per un mese. Condannato per aver diffuso notizie false in seguito ai suoi commenti in un canale YouTube locale, Cheikh Thiam ha annunciato “un presunto complotto volto ad assassinare personalità mediante avvelenamento da gas o fuoco di cecchini”. Detenuto da lunedì, Cheikh Thiam ha ammesso i fatti ed ha espresso rammarico davanti al giudice.
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