La Francia assume il ruolo di punta di diamante dell’opposizione al trattato UE-Mercosur. Forte di a “mandato democratico” dopo il voto di deputati e senatori, rispettivamente martedì 26 e mercoledì 27 novembre, contro l'accordo di libero scambio in preparazione, Parigi ha una “legittimità per difendere la voce del no davanti alla Commissione e al Consiglio europeo”ha accolto con favore il ministro del Commercio estero, Sophie Primas. Ma concretamente, la Francia può sperare di vedere la sua opposizione superarla?
Il Consiglio dell'Unione Europea, composto dai ministri dei 27 Stati membri, deve approvare l'accordo tra l'UE e il Mercosur a maggioranza qualificata. È necessario che il 55% degli Stati membri (cioè 15 su 27), che rappresentano almeno il 65% della popolazione totale dell'Ue, esprima un voto a favore del trattato, spiega il sito dell'istituzione. La Francia non ha quindi alcuna possibilità di fermare da sola la firma dell’accordo di libero scambio. D'altro canto può costituire, a due condizioni, una minoranza di blocco. Per fare ciò, dovrebbe riunire altri tre paesi che rappresenterebbero insieme più del 35% della popolazione dell'Unione europea, spiega il sito del Consiglio Ue. In questo caso l’accordo verrebbe respinto e il progetto sospeso.
Questo sistema impedisce agli stati scarsamente popolati di avere un’influenza sproporzionata unendosi in un gruppo di quattro, mentre impedisce ai paesi più popolosi, come Francia e Germania, di poter bloccare una decisione da soli a causa della loro popolazione.
Così, da diversi giorni, la Francia cerca di unire gli altri paesi alla sua causa. Interrogato sabato su franceinfo, l'eurodeputato (Renew) Valérie Hayer lo ha assicurato “La Francia è attiva nel lavorare per una minoranza di blocco”. Tra questi “altri paesi” presentando “seri dubbi” riguardo a questo accordo, ha citato l'eurodeputato “Irlanda, Belgio, Paesi Bassi, Italia, Austria, Polonia e perfino Romania”.
Martedì il primo ministro polacco Donald Tusk ha confermato questa posizione, riferendolo alla stampa “La Polonia non accetterà l’accordo di libero scambio con il blocco Mercosur in questa forma”. Da parte sua, il 18 novembre il ministro italiano dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida, aveva ritenuto che il trattato “nella sua forma attuale non è accettabile”prima di essere rinnegato dal suo collega agli Esteri, Antonio Tajani. In Austria è stato il ministro del Lavoro e dell'Economia, Martin Kocher, a esprimere una possibile riluttanza da parte di Vienna, dichiarando di aspettare “che venga presentato un testo” prima che tu possa “discuterlo”. Insomma, dubbi e segnali, ma niente che ci permetta di sapere come voteranno i 27 nel D-day.
Secondo i dati di riferimento Eurostat, i 27 Paesi membri contano 451.028.881 abitanti. Per impedire l’adozione dell’accordo UE-Mercosur, la Francia e i suoi alleati dovrebbero rappresentare almeno 157.860.108 europei.
Tra di loro, Francia e Polonia totalizzano 105.967.712 abitanti. Resta da trovare altri due alleati, che rappresentano almeno 51.892.396 abitanti. L'Italia da sola permetterebbe di raggiungere questa soglia del 35% della popolazione europea, ma poi rimarrebbe un altro Paese, qualunque esso sia, da convincere.
D’altronde, se l’Italia desse il via libera al trattato, la minoranza di blocco sarebbe compromessa: anche con i voti di Austria, Paesi Bassi, Belgio e Irlanda, gli Stati anti-Mercosur non riunirebbero i famosi 35 % (con 150.373.129 abitanti complessivi). Il sostegno di altri paesi, come la Romania, sarebbe quindi essenziale per superare questo traguardo.