IL SENEGAL SBLOCCA LA MEMORIA DI THIAROYE

IL SENEGAL SBLOCCA LA MEMORIA DI THIAROYE
IL SENEGAL SBLOCCA LA MEMORIA DI THIAROYE
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A tre giorni dalla commemorazione dell’80° anniversario del massacro di Thiaroye, il professor Mamadou Diouf, presidente del comitato commemorativo, fa il punto sui progressi compiuti dalla Francia nel riconoscimento di questo tragico evento.

In un’intervista rilasciata giovedì a RTS, il professore della Columbia University di New York sottolinea l’importanza del recente riconoscimento da parte di Emmanuel Macron dei fatti del 1° dicembre 1944. “La pressione senegalese ha degli effetti”, afferma, precisando che “il fatto che il Senegal ha effettivamente deciso non solo di commemorare il massacro ma di investire nella ricerca dei fatti […] il fatto che gradualmente gli ostacoli vengono rimossi.”

Questo massacro, perpetrato contro i fucilieri senegalesi di ritorno dal fronte europeo, resta circondato da zone grigie. Secondo il professor Diouf, “non sappiamo quanti fucilieri sono stati rimpatriati in 44, non conosciamo le circostanze in cui è stata perpetrata la strage, non conosciamo il numero delle vittime e non sappiamo nemmeno dove siano sepolte. “

La tragica ironia di questo evento è particolarmente sottolineata dall’accademico: “Nel momento in cui la Francia massacra i fucilieri senegalesi, la Francia celebra la liberazione […] Fu in quel momento che la Francia disse ai fucilieri senegalesi che combattevano per la Francia: “Tornate al vostro posto e il vostro posto è il luogo dei colonizzati”.

Il nuovo regime senegalese ha preso l’iniziativa di riaprire questo storico dossier, a lungo tenuto chiuso dalla Francia. Le commemorazioni del 1° dicembre 2024 prevedono una serie di eventi ufficiali, tra cui la deposizione di corone di fiori al cimitero alla presenza del Capo dello Stato, cerimonie nel campo di Thiaroye e vari spettacoli culturali.

“Il lavoro di ricerca proseguirà fino ad aprile”, precisa il professor Diouf, annunciando l’organizzazione di panel e convegni per approfondire la conoscenza di questo evento storico che, nelle sue parole, “porta con sé anche questa speranza e questi valori che i fucilieri acquisirono nella guerra guerra e ha intrapreso una battaglia che è una battaglia per l’emancipazione.


Senegal

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