Il secondo turno delle elezioni legislative nell’Haute-Vienne: otto candidati per tre seggi e uno scrutinio carico di suspense

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259.000 elettori dell’Haute-Vienne saranno chiamati alle urne questa domenica 7 luglio per eleggere i propri deputati, in un secondo turno carico di suspense.

Nel contesto di uno sconvolgimento senza precedenti negli equilibri di potere tra i blocchi politici, domenica 7 luglio si terranno elezioni storiche. Nella Haute-Vienne, la sinistra cercherà di sottrarre alla maggioranza presidenziale i tre collegi elettorali conquistati nel 2022.

La sfida è significativa, mentre il Raggruppamento Nazionale ha ampiamente confermato, anzi accentuato, la sua dinamica nelle elezioni europee durante il primo turno di queste elezioni legislative decisamente molto atipiche.

Tuttavia, il 30 giugno, i tre deputati uscenti (due LFI e un PS) hanno raccolto sotto la bandiera del Nuovo Fronte Popolare 66.285 voti (36,36% dei voti), ovvero 2.532 voti in più dell’estrema destra (34,97%) . La sinistra è arrivata prima in due collegi elettorali su tre ed è stata battuta solo nel sud-ovest del dipartimento, per soli 19 voti.

Il fronte repubblicano: una nozione astratta e frammentata…

Questa relativa resistenza della sinistra sarà confermata domenica, di fronte all’ondata RN? Nessuno può dirlo con certezza, poiché questo secondo turno di elezioni legislative contiene molte incognite. L’incertezza più grande risiede senza dubbio nel fatto che il “fronte repubblicano”, che finora aveva permesso di contenere l’avanzata dell’estrema destra grazie ad una strategia di ritiro sistematico a favore del candidato meglio piazzato, è più di un nozione astratta e frammentata.

Nella Haute-Vienne, ad eccezione della 2a circoscrizione dove il candidato Modem non ha voluto correre il rischio di una vittoria della RN contro il socialista in carica, l'”Alternativa repubblicana” incarnata dalla destra locale ha scelto di mantenere nell’altra circoscrizione due collegi elettorali.

Resta da vedere quali saranno le conseguenze di questo approccio politicamente rischioso sull’esito delle elezioni…

Prima circoscrizione: gli uscenti in posizione favorevole

Arrivando primo al primo turno con 2.367 voti di vantaggio (36,94%) sul suo avversario del Raduno Nazionale (32,83%), il deputato uscente Damien Maudet (NFP/LFI) sarebbe in una posizione favorevole.

Ma dovrà ancora fare i conti con la candidata dell’Alternativa repubblicana di centrodestra Isabelle Négrier che, arrivata in terza posizione il 30 giugno (26,99% dei voti), non ha voluto ritirare la sua candidatura e non ha esitato a richiamare le sue più grandi riserve nei confronti di La France insoumise, ai suoi occhi troppo radicale.

Damien Maudet non beneficerà quindi di un “fronte repubblicano” che possa aiutarlo a contrastare un’estrema destra la cui performance merita di essere qui sottolineata: paracadutata dalla Creuse, la candidata del Rassemblement National Camille Dos Santos de Oliveira ha comunque conquistato quasi un terzo dei voti al primo turno. A meno di immaginare che una parte dell’elettorato di Isabelle Négrier, quella più di destra, possa fare riferimento al suo nome scegliendo una forma atipica di “voto utile”, le sue riserve di voto appaiono tuttavia piuttosto deboli. D’altro canto, Damien Maudet può sperare di raccogliere attorno a sé la parte dell’Alternativa repubblicana più ostile all’estrema destra e che opterebbe allora, dal canto suo, per una scelta “securitaria”.

Resta l’incognita della partecipazione (era altissima il 30 giugno con il 71% dei votanti) e quella legata alla volatilità dell’elettorato, il cui comportamento non è necessariamente una scienza esatta…

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Seconda circoscrizione elettorale:
lo stesso duello PS/RN del 2022

Come nel 2022, dove vinse con il 61,5% dei voti, il socialista Stéphane Delautrette sarà solo contro la candidata del Rassemblement National, Sabrina Minguet.

Annunciando ufficialmente il suo ritiro questo martedì 2 luglio, Marie-Ève ​​​​Tayot (Modem) dovrebbe facilitare il compito alla deputata uscente, anche se la partita non è vinta in anticipo.

“La situazione non mi permette di correre il rischio sconsiderato di vincere il Raduno Nazionale”, ha dichiarato la candidata di Alternativa Repubblicana, che non nasconde che la sua decisione è stata facilitata dal fatto che il rappresentante del Nuovo Fronte Popolare sia qui socialista.

Resta da vedere in quale proporzione i 16.937 voti (24,45%) ottenuti dal candidato centrista ricadranno sul candidato del PS, noto per la sua moderazione, in queste elezioni con molte incognite.

Il 30 giugno Sabrina Minguet è arrivata prima (36,86%), ma con soli 19 voti davanti a Stéphane Delautrette (36,83%), il tutto in un contesto di altissima partecipazione (73,89% degli elettori). L’estrema destra ha fatto scorta di voti o dispone di una riserva sufficiente? Come si comporteranno gli astensionisti al 1° turno? Tante domande al momento senza risposta.

Da parte sua, Marie-Ève ​​Tayot non ha dato istruzioni di voto, ma ha comunque chiarito: “La RN è l’antitesi dei valori dell’umanesimo e della tolleranza ai quali sono profondamente legata e che hanno sempre guidato il mio cammino. »

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Terzo distretto:
una dura battaglia per la sinistra

Come nella prima circoscrizione, non ci sarà un fronte repubblicano a nord della Haute-Vienne.

Per salvare il suo seggio e mantenere la terza circoscrizione elettorale a sinistra, Manon Meunier (NFP/LFI) dovrà quindi affrontare due soli candidati, uno dell’estrema destra, l’altro del centrodestra.

Ma qui la battaglia si preannuncia più dura. Al primo turno solo 184 voti separavano il deputato uscente, arrivato primo con il 35,18% dei voti, da Albin Freychet (34,85%). Il candidato del Rassemblement National, leader locale del partito di Jordan Bardella, non è sconosciuto nell’Haute-Vienne e non è un principiante in politica. Un’osservazione che potrebbe giocare a suo favore, soprattutto perché i suoi progressi rispetto al 2022 (era già candidato ma non era riuscito a passare il primo turno) sono spettacolari, con un guadagno di 11.000 voti in due anni.

Ma dal canto suo, anche Manon Meunier gode ormai di una certa notorietà. Beneficiando anche dell’aumento della partecipazione (71,36%) al 1° turno, ha mostrato notevoli progressi rispetto alle ultime elezioni legislative (+ 6.415 voti).
L’arbitro del voto sarà quindi senza dubbio Gilles Toulza (Les Républicains). Domenica scorsa ha ottenuto il 26,65% dei voti, ovvero 14.768 voti. Le conseguenze del suo mantenimento sull’esito delle elezioni sono molto incerte. Ma non si muove: “15.000 elettori si sono fidati di me e non vogliono né la RN né la LFI. »

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Firenze Clavaud-Parant

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