Al termine dell'udienza, giovedì 31 ottobre 2024, i genitori del giovane deceduto e quelli dell'autista 29enne processato quel giorno dal tribunale di Dax hanno parlato con calma nella stanza smarrita. Momenti che sembravano i primi scambiati dopo l'incidente costato la vita a un giovane Landais, un anno prima.
Era il 4 novembre 2023, il compleanno del padre della vittima, ha osservato l'avvocato dei genitori. Intorno alle 9, i gendarmi sono stati chiamati a intervenire nel dipartimento 6, a Heugas. Sul posto, i militari hanno notato un “veicolo gravemente danneggiato” fermo contro un albero, con l'airbag attivato. Il volante è stato ritrovato a 10 metri dall'auto, elemento che “testimonia la violenza dell'urto”, ha ricordato la presidente dell'udienza, Laure Vuitton.
Circostanze aggravanti
L'intervento dei soccorsi non ha consentito la rianimazione del passeggero. Quanto all'autista, ha poi fatto commenti considerati “confusi”. I due giovani conoscenti, che si erano conosciuti poche ore prima tramite amici comuni nei pressi di Dax, tornavano da una serata a Biarritz.
Gli accertamenti effettuati nel corso degli accertamenti hanno consentito di stimare che l'autovettura viaggiasse a 110 km/h su questo tratto limitato a 70 km/h. Gli automobilisti che avevano incontrato il veicolo qualche tempo prima avevano ipotizzato anche un inseguimento con un'altra vettura. Le analisi tossicologiche del conducente hanno accertato un tasso alcolemico di 2,13 grammi per litro di sangue e l'uso di sostanze stupefacenti, in questo caso cocaina. Eccessiva velocità, alcol e droga: tre aggravanti.
Quanto all'autopsia della vittima, che rivela un trauma alla testa, un orecchio lacerato, una costola rotta, lascia intendere che il passeggero non indossava la cintura di sicurezza.
“Se potessi tornare indietro, lo farei”
Perdita di memoria
Questi gli unici elementi investigativi che fanno luce sulle circostanze dell'incidente. Perché l'autista 29enne afferma di soffrire di perdita di memoria. Amnesia dimostrata dal certificato medico, hanno notato i magistrati del tribunale di Dax, che hanno cercato di fare luce questa sera, e hanno evidenziato le diverse versioni del giovane conducente nel corso delle udienze.
«Ricordo che avevo un problema con l'alcol», ha risposto in tribunale il giovane, ora in cura per questa patologia. Ora impiegato professionalmente, il giovane dall'infanzia “gioiosa”, che dice di essersi rivolto alla religione dopo l'incidente, è “spinto dal desiderio di riparazione”, secondo le conclusioni del controllore giudiziario che lo segue dal 1È Luglio 2024. Al processo parla contrito: “Voglio chiedere scusa alla sua famiglia, vorrei chiedere loro perdono. Se potessi tornare indietro, lo farei. »
La rappresentante del pubblico ministero Anne Kayanakis aveva chiesto quattro anni di carcere, di cui un anno con la sospensione, e tre anni con la sospensione. Nelle sue deliberazioni pronunciate giovedì 28 novembre 2024, il tribunale di Dax ha condannato l'imputato a quattro anni di reclusione, di cui tre anni con la sospensione e un anno di detenzione domiciliare sotto sorveglianza elettronica.