Christelle Jean-François, 29 anni, uccisa e smembrata a Reunion: commozione locale di fronte all'orrore

Christelle Jean-François, 29 anni, uccisa e smembrata a Reunion: commozione locale di fronte all'orrore
Christelle Jean-François, 29 anni, uccisa e smembrata a Reunion: commozione locale di fronte all'orrore
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In occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, lunedì 25 novembre, Isabelle Fouillot, la madre di Alexia Daval uccisa dal marito sette anni fa, ha confidato a ELLE: “Ogni anno sfilano cifre di femminicidi: 100, 120, 140 donne uccise… Dimentichiamo i loro nomi, non sappiamo più chi è chi. » E invitare a raccontare i destini spezzati di queste donne uccise ogni anno perché sono compagne, madri, figlie. ELLE vi propone la storia di dieci di loro, dieci simboli che, al di là delle tragedie, dimostrano la diversità dei femminicidi e delle storie che non si possono riassumere in numeri.

Spesso una notizia dà origine a voci, soprattutto se la questione non viene risolta rapidamente e si mette di mezzo la politica. Il caso dell'omicidio di Christelle Jean-François ha assunto proporzioni tali che il pubblico ministero di Saint-Denis de La Réunion, incaricato del caso, ha dovuto diramare un comunicato stampa per ricordare a tutti l'obbligo di rispettare il segreto professionale l'indagine e la presunzione di innocenza. Ma l’orrore della tragedia ha creato un vero e proprio trauma locale.

Quali sono le circostanze di questo femminicidio?

Giovedì 25 gennaio 2024, alcuni lavoratori agricoli hanno scoperto sotto un piccolo ponte di cemento, nel comune di Saint-Benoît, il tronco e la testa di una donna, entrambi avvolti in un lenzuolo annodato. La polizia ha rapidamente transennato la zona e gli investigatori hanno collegato la zona alla telefonata, ricevuta due giorni prima, di un residente che affermava di aver visto il corpo di una donna senza vita trasportato da due uomini. Una denuncia che poi non fu presa sul serio perché proveniva da un uomo che secondo le autorità era “psicologicamente instabile”.

Molto rapidamente, e anche se l'identità del corpo non è confermata, un sospettato, un meccanico di 33 anni, viene identificato e vengono portate alla luce tracce di sangue cancellate nel suo bagno. Il meccanico finisce per confessare e fa un nome: la vittima si chiama Christelle Jean-François. Si è presentata a casa dell'indagato chiedendo tra i 50 ei 100 euro. L'indagato ha spiegato di aver avuto rapporti sessuali con la vittima in cambio di alcune somme di denaro. È scoppiata una discussione e si sono scambiati colpi, fino a quando il sospettato ha pugnalato la vittima.

Da lì in poi la vicenda si fa più vaga e le indagini, ancora in corso, non hanno ancora chiarito i dettagli. Il trentenne avrebbe tentato di sbarazzarsi del corpo. Dopo aver fatto a pezzi il corpo nella vasca da bagno, avrebbe chiesto a un vicino di aiutarlo. Questo presunto complice, di 20 anni, è stato arrestato e incriminato.

Chi era Christelle Jean-François?

Il dramma suscitò forte emozione non appena venne pubblicizzato. Ma, se molti residenti erano andati al funerale di Christelle Jean-François, pochi sembravano conoscerla. Le informazioni sulla vittima sono infatti frammentarie. Era madre di due figli, una femmina e un maschio, nati nel 2019 e nel 2020. Sul suo account Facebook, accessibile ancora oggi, pubblicava solo foto dei suoi figli piccoli e selfie. L'ultimo risale a febbraio 2023.

Trovate le storie di questi femminicidi simbolici:

  • Philippine, 19 anni, trovato morto nel Bois de Boulogne: la politicizzazione del femminicidio
  • Shanon, 13 anni, violentata, uccisa e distrutta dal veleno della “reputazione”
  • Alicia, 28 anni, uccisa dal compagno a causa di un'amante che non esiste
  • Marie-Pierre, 66 anni, giustiziata davanti a un tribunale: un femminicidio che impone la giustizia come testimone
  • Assassinio di Corinne Bray, 60 anni, nel Gers: l'ombra del matricidio

I media locali riferiscono di una giovane donna disoccupata, nota per vagare davanti alla stazione degli autobus della sua città dove occasionalmente si prostituiva. Ma, in un podcast pubblicato sulla tragedia dal sito di informazione locale FreeDom, rari testimoni si rifiutano di descriverla come una “prostituta”, invitando al rispetto della memoria di una vittima in situazione di disagio sociale.

Perché questo femminicidio è simbolico

Se l'assassinio di Christelle Jean-François ha scioccato così tanto l'Isola della Riunione, è innanzitutto perché simboleggia da solo il tabù che grava sui femminicidi nel dipartimento d'oltremare. Nel 2023, la Riunione è stata il quarto dipartimento francese più violento contro le donne. I dati sono particolarmente preoccupanti per la violenza domestica, con una media di 17,3 interventi delle forze dell'ordine registrati ogni giorno. Per la violenza domestica la media è di 10 denunce al giorno.

Inoltre, la morte di Christelle Jean-François, descritta come una “madre” – anche se il padre dei suoi figli è assente in questo fascicolo – ha avuto l'effetto di una scossa elettrica. E le autorità locali lo hanno capito molto presto: Patrice Selly, sindaco di Saint-Benoît, ha reagito molto rapidamente recandosi sul luogo della tragedia e denunciando, su Facebook, una “terribile tragedia”. Tuttavia, nove mesi dopo, non è stato fatto alcun annuncio specifico per il dipartimento d'oltremare e le cifre sulla violenza non sembrano tendere al ribasso.

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