Nizza. La giustizia annulla l’ordinanza di chiusura del collegio musulmano di Avicenna

Nizza. La giustizia annulla l’ordinanza di chiusura del collegio musulmano di Avicenna
Nizza. La giustizia annulla l’ordinanza di chiusura del collegio musulmano di Avicenna
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Il tribunale amministrativo di Nizza ha annullato martedì l’ordinanza prefettizia di chiudere il collegio musulmano di Avicenna, ritenendo, come durante la sospensione di aprile, che gli errori constatati nella contabilità dell’istituto non giustificavano una misura così definitiva.

“Avicenna esce rafforzata da questa prova”, ha esultato l’avvocato del collegio, Me Sefen Guez Guez, annunciando l’intenzione di tornare in tribunale per denunciare questa volta il rifiuto opposto alle richieste di trasferimento dell’istituto sotto contratto con lo Stato.

“La prefettura prende atto della decisione del tribunale amministrativo pur considerando che l’opacità dei conti dell’istituto, riconosciuta e ammessa dal tribunale, pone problemi reali rispetto alla legge sul separatismo”, ha reagito la prefettura.

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Situata in una zona svantaggiata di Nizza, con le scuole secondarie del settore pubblico sature, questa scuola secondaria privata aperta nel 2016 accoglie un centinaio di studenti. La polemica ha fatto lievitare le iscrizioni, che l’anno prossimo saliranno a 130 con l’apertura di una seconda classe di 6a elementare.

Le autorità non mettono in dubbio la qualità dell’istruzione fornita, confermata dal successo degli studenti nei Brevet e poi nelle scuole superiori pubbliche. Ma la legge 2021 contro il separatismo impone agli istituti non contrattuali di informare l’amministrazione dell’origine dei loro finanziamenti, e l’associazione Avicenne, emanazione dell’Unione dei Musulmani delle Alpi Marittime (Umam) e direttrice del collegio, non è riuscita a farcela rispondere alle richieste.

Documenti incompleti

Per molto tempo le tabelle non sono state nella forma richiesta e le ultime riportavano solo i cognomi dei contributori, siano essi genitori degli studenti o donatori. Il primo paga 200 euro al mese per studente, l’associazione dipende fortemente dal secondo per far fronte al proprio budget. «Se le tabelle e i documenti forniti dall’associazione Avicenne per gli anni dal 2018 al 2022 contengono errori e inesattezze, tali irregolarità rilevate non costituiscono violazioni (…) tali da giustificare la chiusura definitiva dello stabilimento», ha concluso il giudice amministrativo nel suo giudizio di merito.

La decisione di chiudere Avicenne è stata annunciata il 26 febbraio dal ministro dell’Istruzione nazionale Nicole Belloubet e ordinata il 14 marzo dal prefetto Hugues Moutouh.

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