Il processo contro una coppia di emarginati, accusati dell’omicidio preceduto da atti di tortura di un sessantenne trovato nel settembre 2020 a Rennes nella sua casa parzialmente bruciata, si è aperto lunedì davanti alla Corte d’Assise di Ille-et-Vilaine .
Nella notte tra il 18 e il 19 settembre 2020 i vigili del fuoco sono intervenuti in un incendio in un appartamento al quarto piano di un edificio. Lì giaceva senza vita un pensionato di 63 anni, il cui corpo recava molteplici tracce delle violenze subite prima della sua morte.
L’autopsia della vittima ha individuato numerosi traumi al viso e al torace, oltre a tracce di ustioni provocate da un oggetto incandescente. Il sessantenne si è fatto addirittura pinzare le orecchie dai suoi aguzzini, per estorcergli il codice della sua carta di credito.
Questi sono questi “prelievi sospetti” compiuti con la tessera della vittima la sera dell’incidente, e tentativi falliti il giorno successivo, che avevano messo gli investigatori sulle tracce di una coppia che era stata in contatto con il pensionato poco prima della sua morte.
Secondo i colleghi del quotidiano Ouest-France, la coppia aveva trascorso la serata bevendo a casa della vittima, incontrata a fine giornata in un negozio di alimentari. I vicini li avevano visti arrivare all’appartamento con i loro cani e poi avevano sentito il rumore di una discussione.
L’uomo, che ora ha 36 anni e già condannato tredici volte, in particolare per furto o estorsione, e la donna di 42 anni, senza precedenti penali, sono stati immediatamente arrestati.
Sotto custodia della polizia, hanno ammesso di aver aggredito il loro ospite per rubargli la carta di credito e di aver appiccato il fuoco all’appartamento.
Entrambi gli imputati rischiano l’ergastolo. La sentenza è attesa giovedì 4 luglio.
(Con AFP)
