L’Algeria ha adottato da tempo una strategia di destabilizzazione regionale, mirando in particolare il Marocco. Dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Francia, l’Algeria rifiutò di restituire le terre marocchine annesse durante la colonizzazione. Dopo aver creato e animato il Polisario, il regime algerino sta cercando di creare un nuovo centro di separatismo nel Regno, sostenendo un piccolo gruppo rifiano e adottando un piano strategico su scala internazionale.
Dopo i tentativi dei servizi di sicurezza esterni algerini di creare un movimento separatista del Rif in Europa, il 2 marzo il regime algerino è tornato alla carica invitando i membri del “Partito Nazionale Rifain (PNR)”, fondato nel 2021 in Europa e dichiarato ufficialmente il 16 settembre 2023 e offrilo a “rappresentanza ufficiale” in una delle zone più belle della capitale.
Pochi mesi dopo, la strategia algerina sembra prendere forma meglio. Il 23 novembre, il PNR ha organizzato il suo primo “congresso” ad Algeri sotto il nome di “Prima Sessione del Giorno del Rif”, con il sostegno delle autorità algerine che hanno srotolato il tappeto rosso per dargli una parvenza di esistenza.
L’evento ha ovviamente attirato una forte partecipazione da parte dei media algerini, dei leader dei principali partiti politici locali, nonché delle delegazioni internazionali del Sud Africa e del Mozambico, due paesi profondamente anti-marocchini.
Questo congresso segna una svolta negli sforzi delle autorità algerine per sostenere la causa indipendentista del Rif e intensificare le tensioni con il Marocco, dopo aver già interrotto le sue relazioni diplomatiche e avviato una serie di manifestazioni di inimicizia e provocazione rimaste senza seguito da parte del Marocco.
Uno dei principali metodi utilizzati da Algeri per tentare di seminare disordini e divisioni all’interno del Marocco è attraverso il sostegno attivo e il finanziamento del Polisario, un gruppo separatista armato che chiede l’indipendenza del Sahara marocchino.
Ma questo sostegno da parte dell’Algeria rientra nel desiderio non solo di contrastare l’influenza del Marocco nella regione per affermarsi come colosso del Maghreb, ma va oltre questa questione. L’Algeria cerca anche di sfruttare altre faglie interne al Marocco, in particolare intervenendo sulla questione del Rif, per distogliere l’attenzione dai propri problemi di identità e dalle divisioni interne, come il caso della Cabilia che chiede la sua indipendenza.
Attraverso questo sostegno, l’Algeria cerca di fomentare le tensioni nella regione del Rif, teatro delle manifestazioni di Hirak nel 2016. Dietro l’idea del suo sostegno dall’estero al piccolo gruppo del Rif, c’è sempre il sogno di seminando discordia all’interno del Marocco e sfruttando le divisioni di questa regione con l’obiettivo di indebolire il potere centrale e creare dubbi sulla sua capacità di mantenere l’unità nazionale.
Solo che i movimenti Amazigh hanno risposto rapidamente a questi tentativi algerini ed hanno espresso il loro rifiuto di essere utilizzati per cause politiche e ancor meno quando si trattava di intaccare il loro attaccamento alla loro patria e alla loro nazione da parte di un paese straniero.
Il progetto algerino di destabilizzazione attraverso il Rif è quindi parte di una strategia più ampia di divisione dei paesi vicini, che mira a indebolire il Marocco rafforzando al tempo stesso la posizione dell’Algeria come potenza regionale.
Algeri sogna di fare della questione del Rif e del Sahara un ambito privilegiato per questa strategia di destabilizzazione del Marocco. Il suo piano per finanziare gli attori separatisti con l’obiettivo di indebolire la stabilità e la coesione nazionale nel Regno è chiarissimo.
Le ambizioni dell’Algeria di destabilizzare il Marocco
Secondo diverse fonti, citate in particolare da Maghreb Intelligence, le autorità algerine non intendono fermarsi qui e stanno ora valutando di fare un nuovo passo nel loro piano. Ciò includerebbe in particolare l’organizzazione di un tour africano dei leader PNR.
Sono già in corso i primi negoziati per stabilire incontri discreti con le autorità di Sudafrica, Mozambico, Angola, ma anche Tunisia, Eritrea ed Etiopia. L’obiettivo di questi viaggi sarebbe convincere le autorità dell’Unione Africana (UA) a concedere un’udienza ai separatisti del Rif e far conoscere così la loro causa. Il PNR cercherebbe di denunciare ciò che descrive“Occupazione marocchina” del Rif, con l’obiettivo di mobilitare l’UA e rafforzarne la +legittimità+ a livello continentale.
In secondo luogo, le autorità algerine intendono ampliare questa campagna internazionale per pubblicizzare la vicenda. L’Algeria prevede anche di organizzare un tour dei “leader” del piccolo gruppo del Rif in America Latina, con tappe previste in Venezuela, Cuba e Bolivia.
Questo piano ambizioso non si limita all’Africa e all’America Latina. Sono previste azioni anche in Europa, in particolare in Spagna, Belgio, Paesi Bassi e potenzialmente in Francia. In questi paesi, le lobby algerine si mobiliterebbero per organizzare convegni, eventi culturali, politici e identitari favorevoli al PNR.
Tutto questo con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica internazionale e semplicemente di criticare la politica marocchina in materia di diritti umani. L’Algeria sembra pronta a investire ingenti risorse finanziarie per sostenere questo approccio.
Secondo le stesse fonti, per l’attuazione di questo piano anti-marocchino sarebbe destinato uno stanziamento di 5 milioni di euro, con possibilità di aumentare i finanziamenti, destinati a sostenere viaggi, eventi e campagne di comunicazione. Si dice anche che il presidente algerino Abdelmadjid Tebboune stia supervisionando personalmente questo progetto.