Il trionfo di Pastef alle elezioni legislative del 17 novembre è la misura dell’enorme speranza del popolo senegalese per questo partito.
È perché Pastef ha proposto un progetto politico di rivoluzione nazionale e democratica, di rottura sistemica, di governo democratico, popolare e sovranista, che ha suscitato speranza nella popolazione senegalese ed è stato acclamato alle elezioni legislative dopo il suo candidato Bassirou Diomaye Faye eletto al primo turno delle elezioni presidenziali del 24 aprile.
Dobbiamo rispondere a questa speranza adesso. Immagino che si tratti innanzitutto di garantire l’appropriazione da parte dei senegalesi dell’agenda nazionale di Trasformazione Senegal 2050 (Progetto 2050) che è stata presentata al popolo dal Primo Ministro durante la campagna elettorale e che è stata quindi di fatto acclamata. Questa è l’unica garanzia del suo successo.
Mi appello pertanto a favore della realizzazione di un consenso esplicito e forte con tutte le forze attive del Paese (e non solo con i senegalesi che hanno votato Pastef) sulle proposte programmatiche nonché sulla filosofia e sui temi che costituiscono il cuore del Progetto 2050.
Propongo quindi di rivedere i quattro assi successivi dell’Agenda Nazionale per la Trasformazione Senegal 2050 (Visione 2050) durante le assemblee consultive delle forze attive in tutto il paese.
Pertanto, per quanto riguarda l’Asse n. 1 relativo alle “riforme della governance”, concorderemo il contenuto degli obiettivi proposti, relativi in particolare allo Stato di diritto e alla tutela dei cittadini, alle riforme istituzionali, alla buona cittadinanza, alla cittadinanza, al decentramento e al decentramento. , riforme istituzionali e sicurezza nazionale.
Per quanto riguarda l’Asse 2 denominato “capitale umano di qualità ed equità sociale”, si cercherà il consenso sui contenuti e sulle modalità per raggiungere gli obiettivi prefissati e che riguardano la sanità pubblica, la cultura, il genere e l’inclusione, l’istruzione, la formazione professionale e l’integrazione africana.
Per quanto riguarda l’Asse 3 relativo alla “pianificazione e sviluppo sostenibile”, si discuterà del contenuto da dare a concetti quali “transizione energetica”, “pianificazione territoriale sostenibile e urbanizzazione organizzata” e “economia sociale solidale”.
Per quanto riguarda l’Asse 4 intitolato “economia competitiva”, si cercherà il consenso sulle nozioni avanzate di “settori competitivi”, “poli economici” e “finanziamento interno”.
In definitiva, si tratta di far sì che i cittadini convalidino sia il contenuto programmatico che le opzioni politiche e ideologiche del progetto 2050.
Il fallimento del piano Senegal Emergent, evidente già nel 2013, a soli cinque anni dal suo lancio, nonostante gli obiettivi perseguiti fossero generosi quanto l’attuale Vision 2050, si spiega in primo luogo perché non è stato portato avanti dalle forze forti del Paese.
Verso la nuova Repubblica
Suggerisco inoltre, come già aveva raccomandato la Commissione per le Riforme Istituzionali (CNRI), che si cerchi il consenso anche sul contenuto della Costituzione della nuova Repubblica e in particolare sui suoi fondamenti che sono lo Stato di diritto, la laicità e lo status delle donne.
Criticheremo anche il sistema elettorale e di rappresentanza per rafforzare possibilmente la stabilità delle istituzioni, ridurre il numero dei partiti politici e ridurre le spese elettorali.
Non si tratta di duplicare il lavoro compiuto a suo tempo dal CNRI ma piuttosto di trarne ispirazione, di adattarlo all’attuale contesto politico caratterizzato dal plebiscito Pastef e dalla Vision 2050 e di mutuarne il metodo e gli strumenti (panel cittadini, sondaggi tramite questionari e forum popolari) per costruire un consenso nazionale senza precedenti.
Il Senegal è ancora a un bivio
Il Senegal è ancora a un bivio: può anche, grazie alla straordinaria mobilitazione di giovani e forze attive innescata da Pastef, rigenerarsi grazie a un sistema di governo veramente democratico, a un’amministrazione repubblicana e a una gestione etica delle finanze pubbliche e delle politiche pubbliche, oppure continuare a le insidie in cui è rimasto impantanato negli ultimi sessant’anni, sotto i successivi regimi di Léopold Senghor, Abdou Diouf, Abdoulaye Wade e Macky Sall.
Si tratta, in definitiva, di fondare una nuova Repubblica capace di portare avanti il “nuovo modello di sviluppo” che darà vita al “paese sovrano”, al “paese giusto” e alla “nazione prospera” proiettati dalla Vision 2050 del regime del presidente Bassirou. Diomaye Faye e il primo ministro Ousmane Sonko.
Con questo obiettivo, il consenso potrebbe anche portare alla creazione di un Congresso popolare permanente che sarà consultato su tutte le principali iniziative politiche del potere legislativo ed esecutivo.