I deputati socialisti (LFI) voteranno giovedì 28 novembre per abrogare la riforma pensionistica portata avanti dai “ribelli”, anche se ciò equivarrebbe a sacrificare un’altra riforma attuata dal ministro socialista Marisol Touraine nel 2013, ha detto domenica 24 novembre il presidente del gruppo del Partito socialista all'Assemblea nazionale, Boris Vallaud.
La France insoumise presenterà giovedì nell'Emiciclo l'abrogazione della riforma di Elisabeth Borne del marzo 2023, che innalzava l'età pensionabile a 64 anni. E propone anche di ridurre da 43 a 42 anni il periodo contributivo necessario per andare in pensione, disposizione introdotta durante il quinquennio di François Hollande.
“Penso che dobbiamo tornare all’età legale di 62 anni e che dobbiamo mantenere la riforma della Touraine”ha spiegato domenica sul set di “Political Questions” Boris Vallaud, che dice la sua “allegato” a questa riforma “che si accompagna a misure sulla lunga carriera e sulla fatica”.
“In emiciclo voteremo per il ripristino della riforma della Touraine”attraverso un emendamento presentato dal gruppo Libertà, indipendenti, d'oltremare e territori, “ma voteremo anche, anche se [la suppression de la réforme Touraine] doveva essere mantenuta, l’abrogazione della riforma di MMe Portato »ha aggiunto.
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In caso di votazione, abrogazione all'ordine del giorno al Senato
Interrogata su BFM-TV, la leader dei deputati della LFI, Mathilde Panot, si è detta fiduciosa sull'esito del voto di giovedì: “Faremo rifornimento e giovedì prossimo vinceremo anche noi”ha assicurato, mentre tutta la sinistra, come il Raggruppamento Nazionale, dovrebbe sostenere il disegno di legge.
“È un segnale politico molto, molto potente, che dimostra che è possibile annullare le politiche di Macron e il suo mondo di sventurasi rallegrò in attesa. E, seconda cosa, spero che i macronisti se lo ficchino in testa: non possiamo governare contro il popolo, in particolare imponendo con la forza una riforma che nessuno vuole. »
Se fosse votata giovedì, la proposta di abrogazione dovrebbe essere inserita all'ordine del giorno del Senato il 23 gennaio, in occasione di una nicchia comunista, poi in seconda lettura all'Assemblea il 6 febbraio, questa volta in una nicchia rivolta agli ambientalisti.
Di fronte alla minaccia di vedere la riforma distrutta, i macronisti devono ancora decidere la loro strategia. Potrebbero ostacolare giovedì presentando migliaia di emendamenti per impedire una votazione? “Assolutamente no”ha promesso la portavoce del governo Maud Bregeon in un'intervista Parigino.
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