Costretta ad adattarsi all’evoluzione della società e della politica, la protesta sociale si sta reinventando. Anche i datori di lavoro.
Un apribottiglie che canta l'Internazionale, un tappo di strass, un portachiavi che nasconde un preservativo, una penna, una spilla… Se i sindacati francesi non si affidano certo solo ai gadget che portano la loro immagine per rafforzare la loro notorietà e presenza, ora ognuno ha il suo proprio negozio affollato. Uno strumento di comunicazione diventato essenziale per le mobilitazioni, come i social network, in una società che cambia. A differenza degli anni '60, quando le parti sociali videro i “Trente Glorieuses” raggiungere più del 20% dei dipendenti sindacalizzati in Francia, si è verificato un declino che ha preceduto, dopo la riforma delle pensioni, un brivido di “remontada”. In Francia, il tasso di tutti gli inserti è ormai intorno al 10%, nel settore pubblico e privato.
Nessuna vittoria importante dal ritiro del CPE nel 2006
Nei Pirenei Orientali e nell'Aude dove il miglioramento “è notevole”sia dal lato del datore di lavoro che da quello del lavoratore, “il sindacalismo è cambiato, anche gli iscritti al sindacato”concordano i segretari generali delle organizzazioni di lotta e di negoziazione. Prima in Catalogna e nell'Aude, la FO riunisce circa 8.000 iscritti nei due dipartimenti. Al secondo posto la CGT, al terzo il CFDT. Stranamente calmi, in apparenza, dopo il nuovo governo Barnier, restano tuttavia inattivi. Al di là delle loro missioni tradizionali, le parti sociali stanno lavorando per rafforzare le proprie truppe. Reclutamento nelle aziende, sul campo, via Internet o anche in vista delle prossime elezioni professionali nelle VSE. Queste imprese molto piccole “che rappresentano dall'80% al 90% delle caselle 11 e 66”.