il Consiglio di Stato dà il via libera alla costruzione di una casa nei pressi di una località popolare

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Editoriale Hauts-de-Seine

Pubblicato il

23 novembre 2024 alle 8:04

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IL Consiglio di Stato rinnegato un residente di Meudon (Hauts-de-Seine) che voleva annullare il permesso di costruire concesso al suo vicino nel marzo 2020 per costruire una casa “visibile” da avenue du Château.

Rinvio al Consiglio di Stato per l'annullamento totale

Brigitte

Ha quindi fatto appello al Consiglio di Stato affinché l'annullamento sia totale: ha criticato in particolare il tribunale amministrativo di Cergy-Pontoise per aver “falsato gli atti del fascicolo” ritenendo che “il progetto di costruzione non sarà visibile ad occhio nudo from Avenue du Château” mentre l'intero dominio reale di Meudon è classificato come Monumento Storico.

Fu infatti proprietà del “Gran Delfino”, figlio di Luigi XIV, e oggi ospita ancora l'Osservatorio di Parigi fondato nel 1876 dall'astronomo Jules Janssen.

La concessione edilizia è definitivamente convalidata

I magistrati del tribunale amministrativo di Cergy-Pontoise avevano inoltre stabilito che i “nuovi documenti” versati all'ufficio urbanistica del comune di Meudon “successivi ai pareri dei gestori delle reti pubbliche dell'acqua, dell'elettricità e dell'acqua” servizi igienico-sanitari” non costituiva un “vizio procedurale”, contrariamente a quanto affermato dal ricorrente. Secondo lei, questi documenti avrebbero potuto “modificare la valutazione” fatta del progetto.

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I giudici amministrativi hanno inoltre ritenuto che la donna non avesse fornito “dettagli” sufficienti per “stabilire” che “tre alberi ad alto fusto” non fossero menzionati nel fascicolo presentato al municipio dal suo vicino. Brigitte Tuttavia, a Meudon, le norme urbanistiche richiedono che “qualsiasi albero abbattuto sia sostituito con un albero della stessa qualità paesaggistica”, cosa che, secondo lei, non è stata la situazione in questo caso.

Il progetto del suo vicino era finalmente “situato in una zona ad alto rischio di ritiro e rigonfiamento dei terreni argillosi”, che avrebbe “messo in pericolo la salute o la sicurezza pubblica”, temeva.

Ma «nessuno di questi mezzi è tale da consentire l'accoglimento del ricorso», conclude il Consiglio di Stato in una sentenza datata 30 settembre 2024 e appena resa pubblica. La concessione edilizia risulta quindi definitivamente convalidata.

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