Questo venerdì 22 novembre, una trentina di agricoltori della Charente-Maritime si sono riuniti pacificamente sul Quai Duperré, a La Rochelle, per esprimere il loro malcontento. Una mobilitazione segnata da azioni simboliche e di denuncia delle politiche governative ed europee.
Un movimento nazionale trasmesso localmente
Secondo Sud-Ouest, da 10:30membri di Giovani agricoltori e il FNSEA dai cantoni di Corte d'Aunis, Foglia acida, La Rochellee ilIle de Ré convergevano sul vecchio porto di La Rochelle. Equipaggiati con due trattori, hanno svolto un'operazione regolare per presentare le loro richieste.
Questo incontro fa parte di a movimento nazionale agricoltori, in risposta a “promesse non mantenute” del governo di Élisabeth Borne, e più in particolare contro i progetti di accordi commerciali tra l'Europa e i paesi della Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela).
Concorrenza giudicata “sleale”
I manifestanti puntano il dito contro questo accordo commerciale che considerano un accordo commerciale “concorrenza sleale”mettendo a repentaglio le loro operazioni. Secondo loro, le importazioni agricole dai paesi del Mercosur, spesso meno regolamentate della produzione europea, rischiano di danneggiare gravemente la competitività e la sopravvivenza degli agricoltori francesi.
Azioni simboliche da sfidare
Gli agricoltori hanno utilizzato anche azioni visive per attirare l’attenzione del pubblico. Nelle notti precedenti la mobilitazione, segnaletica di ingresso alla città (Périgny, Dompierre-sur-Mer, Clavette, tra gli altri) sono state scattate ed esposte sul Quai Duperré.
Allo stesso tempo, operazioni di copertura dei segnali stradali hanno avuto luogo nel pomeriggio, rafforzando il significato simbolico della loro azione.
Una mobilitazione che si estende a Saintes e Jonzac
La protesta non si è limitata a La Rochelle. HA Saintesin direzione 13:00tre trattori hanno attraversato il paese prima di fermarsi davanti alla sottoprefettura. Una quindicina di contadini hanno affisso lì i cartelli di ingresso al paese in segno di protesta. Una delegazione è stata ricevuta dal sottoprefetto per discutere le richieste.
Nel corso della giornata era prevista un'operazione simile Jonzaccon un'azione programmata su 17:00.
Rabbia che persiste
Con questo tipo di mobilitazione, gli agricoltori non solo vogliono inviare un messaggio forte, ma ricordano anche alle persone il loro ruolo essenziale nella catena alimentare e nell’economia locale. La loro rabbia per le politiche percepite come sfavorevoli continua a risuonare, portata da queste azioni tanto pacifiche quanto determinate.
Il proseguimento del dialogo con le autorità locali e nazionali sarà decisivo per soddisfare le loro aspettative e dissipare le loro preoccupazioni sul futuro delle loro aziende agricole.