Montesquieu. Hugo Fréjabise si propone di conquistare il Festival di Avignone

Montesquieu. Hugo Fréjabise si propone di conquistare il Festival di Avignone
Montesquieu. Hugo Fréjabise si propone di conquistare il Festival di Avignone
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l’essenziale
I membri del Bar’Asso di Montesquieu hanno potuto assistere, sabato, alla rappresentazione di un’opera teatrale del moissagais Hugo Fréjabise, in anteprima del Festival di Avignone.

Innanzitutto c’è questo luogo inaspettato nel cuore del villaggio di Sainte-Thècle, nel comune di Montesquieu. Un locale comunale è stato così trasformato, nel 2015, in un bar comunitario dal desiderio di alcuni residenti volontari di mantenere un luogo di vita, condivisione e connessione sociale. Oggi, con diverse centinaia di iscritti e una programmazione di qualità, il Bar’Asso si è affermato anche come luogo di cultura. Così, sabato 22 giugno, ha fatto le valigie per accogliere sulle sue tavole un bambino prodigio del paese.

Il ritorno del bambino prodigio?

Hugo Fréjabise, a soli 31 anni, è all’origine di una bibliografia e di una scenografia impressionanti. Il giovane drammaturgo è nato a Moissac da una famiglia di Montesquivoise. È cresciuto nel Tarn, ma il suo approfondimento dell’arte della scrittura e del teatro lo ha portato attraverso Lione, per poi stabilirsi in Quebec, dove si è diplomato alla prestigiosa Scuola Nazionale di Teatro di Montreal, nel settore della scrittura drammatica. Rimasto poi al di là dell’Atlantico, fonda la sua azienda, Joussour, che crea collegamenti tra il Nord America e il mondo mediterraneo, fino alla fertile mezzaluna del Vicino e Medio Oriente. “Presenteremo il nostro nuovo pezzo, “Débordement”, al Festival di Avignone, dal 29 giugno. A proposito, lo suoneremo stasera, un po’ in anteprima, qui al Bar’Asso”, dice Hugo , con questa disponibilità e umiltà meritate da persone di vero talento. Tra questi figurano, stasera, la direttrice di scena Marguerite Hudon e l’attrice Esther Augustine. Fantastico, perché affronterà questo testo impegnativo immaginato da Hugo, da sola sul palco, per più di un’ora! Il suo personaggio si perde negli angoli notturni di una grande città americana, alla ricerca di un incontro che alla fine si rivela come uno specchio. Così Ester insulta e inventa mulini a vento, come un Don Chisciotte trash e moderno; si proietta in una fantastica Occitania catara; risale l’arco mediterraneo fino alle porte dell’Oriente, rivisitando “L’Iliade” e “L’Odissea” di Omero, in un mondo chimerico che, tuttavia, evoca così bene le nostre inquietudini esistenziali contemporanee.

Una stanza piena di straripamenti

Esther muove, a torto, questo testo così potente da estrarre tutta la sua umanità, a volte sull’orlo delle lacrime, ma con scoppi di risate e speranza represse. Un’ora in un soffio che non si ferma mai. L’impresa, se emotiva, è anche fisica. Una performance incredibile per quest’attrice in questo universo dagli ampi orizzonti, esaltato dalle discrete note sonore elettroniche ideate dal quarto ladro, Arthur Champagne! Il pubblico del Bar’Asso ha avuto il privilegio di assistere ad un grande momento teatrale davanti ai grandi nomi della critica parigina che, senza dubbio, sarà sconvolta anche da questo “Overflow” così intenso tra pochi giorni, ad Avignone.

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