Questa mattina di martedì 12 novembre, con gli occhi appena aperti, gli alunni di una scuola della Val d'Oise sono stati chiamati nel cortile. Tutta l'agitazione è che dovremmo rendere omaggio ai soldati della guerra del 14-18 e per farlo non ci è mancata l'immaginazione: brevi discorsi, rulli di tamburi, alzabandiera, canto della Marsigliese e minuto di silenzio. Nell'atmosfera di una caserma, tutti i pensieri sono stati rivolti con la mano sul cuore e in modo molto solenne a questi valorosi soldati morti per la Francia.
Ci sono diversi motivi: ciò che deplora non è tanto l'omaggio in quanto tale, quanto la forma in cui è stato concepito. Senza alcuna prospettiva critica su quella carneficina imperialista che fu la Prima Guerra Mondiale, che mandò a morte certa centinaia di milioni di lavoratori in nome degli interessi di pochi, la cerimonia che si svolse quella mattina non poteva essere più repubblicana. è un segno ancora una volta dell’irreggimentazione delle menti che la scuola vuole essere. Aderendo a una morale civica retta e tranquilla, aderendo a una visione unilaterale del mondo, tale è il progetto della scuola come lo ha pensato la borghesia a partire dalla Terza Repubblica.
Tutti ricordiamo i corsi di educazione civica e morale in cui ci venivano inculcati i valori sacrosanti per poter poi essere buoni e docili cittadini della Repubblica. Quella mattina non si trattava d'altro: ognuno aveva il suo ruolo definito, ben definito e attenzione all'allievo assente che non veniva a cantare! Divertiamoci a credere che se fosse passato Retailleau, sarebbe stato felicissimo, questo campione dell'ordine e della disciplina, e Genetet avrebbe sicuramente applaudito a piene mani, colei che pensa che “Per alzare il livello bisogna cominciare ristabilendo l’ordine”.