Sciopero del doposcuola a Parigi: “Abbiamo fatto molto”, risponde il Comune, che giudica il movimento “discutibile”

Sciopero del doposcuola a Parigi: “Abbiamo fatto molto”, risponde il Comune, che giudica il movimento “discutibile”
Sciopero del doposcuola a Parigi: “Abbiamo fatto molto”, risponde il Comune, che giudica il movimento “discutibile”
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La data non è stata scelta a caso. Da martedì e fino a venerdì, tre sindacati dell'istruzione – Supap-FSU, CFDT e CGT – hanno chiesto nella capitale una mobilitazione “massiccia” delle professioni extrascolastiche per chiedere aumenti dei bonus. O proprio nel periodo in cui si riunisce il Consiglio di Parigi.

“L'intersindacato boicotta il dialogo sociale da diverse settimane e preferisce presentare un termine di preavviso di diversi mesi per poter scioperare durante i quattro giorni della sessione”, si è rammaricato Patrick Bloche, primo deputato (PS) del sindaco di Parigi, Anne Hidalgo.

La movimentazione dello sciopero si svolge in fasce orarie di un'ora, negli interclassi di mezzogiorno, ossia dalle ore 11:25 alle ore 12:25. “Questa mobilitazione a basso costo ci costringe a chiudere le scuole interessate durante la pausa di mezzogiorno e perturba gravemente l'organizzazione della vita delle famiglie, soprattutto a livello professionale”, ha lamentato Patrick Bloche. Secondo i dati forniti dal funzionario eletto (non registrato) Laurent Sorel, circa 200 delle 631 scuole della capitale sono costrette a chiudere i battenti all'ora di pranzo.

Il movimento non è però nuovo. Nell'ultimo anno sono stati organizzati diversi scioperi extrascolastici a dicembre e gennaio, poi a maggio. La mobilitazione era già stata seguita da un terzo degli stabilimenti parigini.

“Questa mobilitazione dimostra che la rabbia resta la stessa e che per molti agenti, se la Città ha fatto, è ben lungi dall'aver fatto abbastanza”, ritiene Laurent Sorel. Implicato, il comune precisa che “le misure annunciate lo scorso anno, per un costo di 8 milioni di euro, sono di portata senza precedenti”.

Aumento di alcuni bonus, rivalutazione della remunerazione dei facilitatori, aumento della retribuzione oraria dei turni di mezzogiorno, permanenza in carica di “650 posizioni” di facilitatori in quattro anni… “Abbiamo fatto molto e continueremo a fare ma per questo è necessario necessario Il dialogo sociale deve riprendere, insiste il primo deputato. Non dipende da noi ma da chi colpisce in un modo che, dal mio punto di vista, è discutibile. » «Per avere il dialogo sociale, anche i sindacati devono sedersi al tavolo del dialogo sociale», concorda Anne Hidalgo.

Un modo per dire che la palla è nel campo dei sindacati in quanto un'assemblea generale riunirà i professionisti del settore questo giovedì 21 novembre alla Borsa del Lavoro (Xe).

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