FIGAROVOX/CRONACA – Le richieste del pubblico ministero nei confronti di Marine Le Pen illustrano la parzialità ideologica della giustizia, debole sui crimini di sangue ma implacabile sui crimini finanziari, denuncia il nostro editorialista Gilles-William Goldnadel.
Gilles-William Goldnadel è un avvocato e saggista. Ogni settimana decifra le notizie per FigaroVox. Ha pubblicato Diario di guerra. È l’Occidente che stiamo assassinando (Fayard, 2024). È anche presidente di Avvocati Senza Frontiere.
Le richieste del Pubblico Ministero al processo Raduno Nazionale incarnano un colpo di stato magistrale o un colpo di stato giudiziario? Lo sapremo in primavera quando verrà presa la decisione. Vi ricordo che la Procura ha chiesto la ineleggibilità di Marine Le Pen per cinque anni, con esecuzione immediata.
Passiamo rapidamente all'eccessiva ed eccezionale severità della sanzione proposta ai giudici: cinque anni di reclusione, di cui tre anni di sospensione e trecentomila euro di multa. Senza incidere sulla presunzione di innocenza, gravosi oneri fattuali sembrano gravare sugli interessati. E le somme in gioco non sono trascurabili. Ma anche l'accusa ammette che non è stato cercato né ottenuto alcun arricchimento personale.
Quanto all'elemento morale, per non scriverlo apposta, la RN non ha mai nascosto il suo mediocre attaccamento al Parlamento Europeo, all'origine dei procedimenti giudiziari, a differenza dell'Assemblea Nazionale. Il partito nazionalista ha quindi privilegiato un'opera dedicata alla seconda piuttosto che alla prima, il che, ovviamente, non impedisce la costituzione materiale dell'eventuale reato. Ma ciò che sconvolge, e addirittura rivolta sia l'avvocato che il cittadino, è la richiesta di ineleggibilità e ancor più che per l'immediata esecuzione della sentenza si debba intervenire, nonostante il ricorso in Corte d'Appello.
Per quanto riguarda il primo, il pubblico ministero, anche se non è un attento osservatore della vita politica, è senza dubbio informato che uno degli imputati è considerato il candidato alla carica suprema con maggiori possibilità di ottenere il favore dell'imputato popolo francese. Quindi, anche se non siamo in un contesto penale, chiede ai giudici di arrogarsi il diritto di privare i francesi del diritto più sacro. Ma soprattutto, ciò che sconvolge e rivolta ancora di più è la richiesta – rarissima in una materia del genere – di vedere l'immediata esecuzione da parte dei giudici di primo grado di una sentenza provvisoria di ineleggibilità nonostante un ovvio ricorso e un eventuale ricorso in cassazione.
Il tempo dirà se si è trattato di un colpo di stato o di un colpo di stato giudiziario. Se si tratta del secondo caso, c’è da scommettere che il popolo francese in nome del quale dovrebbe essere resa giustizia lo apprezzerà solo in modo molto mediocre.
Gilles-William Goldnadel
Con un'ironia un po' inopportuna, il rappresentante della Procura ha ritenuto necessario sottolineare che il partito anti-lassista non sarebbe nella posizione giusta per lamentarsi di un'eccessiva severità giudiziaria. Questa strana logica equivale un po' a sostenere il taglio della testa, nonostante ogni equa giustizia, dei sostenitori del ripristino della pena di morte… È vero che l'ex Fronte Nazionale un tempo si era battuto per la massima severità giudiziaria, indipendentemente dai crimini reati minori. Ho sempre deplorato la sua demagogia ignorante.
Da parte mia, a torto o a ragione, sotto il vestito o nei pantaloni, ho sempre creduto di dover distinguere tra crimini di sangue e crimini finanziari. In ogni caso, non mi trovo nella posizione peggiore per scrivere che, per quanto la giustizia francese sia lenta e debole nei confronti della prima, è diligente, efficiente, motivata e implacabile nei confronti della seconda. Ed è vero, ancora più severità o celerità quando ti chiami Fillon, Gueant o Sarkozy. Lo stesso vale per i reati di opinione.
Una mente triste come la mia vi vede il segno dell'ideologia. Questo bollino rosso è presente nelle suddette richieste? Non lo so, ma per l'appunto il pubblico ministero avrà fatto di tutto, con i suoi eccessi, per farla sospettare. Anche se lo affermassi, non mi renderei colpevole di oltraggio alla corte, perché un rappresentante della Procura non è considerato un magistrato indipendente, essendo posto gerarchicamente sotto il controllo di un ministro del governo. Proprio qui sta il problema e fa sorgere tutti i sospetti che né la moglie di Cesare né un pubblico ministero dovrebbero suscitare per i suoi eccessi. Il tempo dirà se si è trattato di un colpo di stato o se si tratterà di un colpo di stato giudiziario.
Una cosa è certa: se si tratta della seconda, è sicuro che il popolo francese in nome del quale dovrebbe essere resa giustizia la apprezzerà solo in modo molto mediocre. I recenti avvenimenti dall’altra parte dell’Atlantico ci insegnano che le persone non possono più sopportare l’ingiusta dittatura intellettuale o culturale delle cosiddette élite artistiche o mediatiche. Soprattutto quando la loro sufficienza è pari solo alla loro insufficienza. Lo stesso potrebbe valere per la magistratura. Vi prego, assicuratevi che la giustizia francese, di cui conosciamo la debolezza, non usi qui la sua forza ingiustamente.